Leonardo Colombati

Leonardo Colombati Bruce springsteen - come un killer sotto il sole


Sironi Editore, 640 pagine - 24 Euro Musica | Saggi

di Christian Verzeletti
Diciamo subito che è eccessivo chiamare questo “il libro definitivo su Bruce Springsteen, autore del vero Grande Romanzo Americano”, come riportato dalla cartella stampa di presentazione. Primo perché di libri su Springsteen se ne sono scritti molti e se ne scriveranno ancora, e secondo perché sono le parole dello stesso musicista, peraltro riportate nel volume di Colombati, a ridimensionare la definizione: “Chi dice che con le mie canzoni sto scrivendo il Grande Romanzo Americano, farebbe meglio a dire che sto girando il Grande Film per un drive in americano. Ogni cosa ha le sue possibilità e i suoi limiti. È importante capire quali siano. Quindi non esageriamo”.
Detto questo, il lavoro dello scrittore giornalista Leonardo Colombati non è figlio della solita strategia editoriale che porta all’uscita di qualche testo sull’opera del Boss ogni volta che questi viene in tour nel nostro paese. Piuttosto “Come un killer sotto il sole” è frutto di una ricerca estremamente competente, articolata e dettagliata. Il corpo assemblato in queste 640 pagine può soddisfare tanto l’appassionato più incallito quanto il più scettico e distante dalla materia springsteeniana. Da una parte infatti Colombati scrive con la scrupolosità di un fan, andandosi a documentare nei minimi particolari (per esempio sui luoghi delle canzoni), mentre dall’altra propone un saggio narrativo in cui si prefigge di provare oggettivamente il valore di un songwriting, degno di essere accostato a grandi della letteratura come Walt Whitman, John Steinbeck, Emily Dickinson, tanto per citarne alcuni.
A questo si aggiungono: quattro sezioni in cui vengono tradotti i testi di centotredici canzoni, scelte in base a tematiche sviluppate nel saggio; un “autoritratto di Bruce Springsteen”, composto di sue dichiarazioni, stralci d’interviste e aneddoti raccontati ai concerti; una raccolta di note ai testi quanto mai curata, e, per concludere come di dovere, relative cronologia, discografia, videografia, premi e persino un prospetto delle vendite. Con la chicca di una prefazione di Ennio Morricone, davvero ad hoc, giusto per ribadire il valore del testo.
Interessante è il taglio del saggio, che parte dall’assunto che “negli Stati Uniti la musica popolare è considerata parte integrante di una sola tradizione nella quale coabitano in perfetta armonia Hermann Melville e Walt Whitman, Robert Johnson e Louis Armstrong, John Ford e Bruce Springsteen”. Colombati compie un excursus letterario-musicale analizzando i testi di trentacinque anni di carriera (fino a “Magic” compreso) nelle forme narrative, nella valenza sociale e nelle influenze di ogni fase. Certo è che alla fine, se Springsteen non dovesse essere ammesso nella Norton Anthology, avrà da consolarsi con tutti i testi che sono stati scritti per studiare, analizzare, spiegare la sua musica.


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