K. C. Constantine

K. C. Constantine Il mistero dell` orto di Rocksburg


Carbonio Editore, Collana: Cielo stellato, 2018, 234 pagine, 15,50 euro Giallo | Noir

31/01/2021 di Laura Bianchi
Lettori appassionati di gialli, che adorate i vari Maigret, Colombo, Poirot, e i nostrani Guerrieri, Montalbano o Schiavone: conoscete già Mario Balzic, capo della polizia nell'immaginaria cittadina americana di Rocksburg, in Pennsylvania, metà serbo e metà italiano, amante del vino e di sua moglie, sanguigno e diretto, capace di mettersi nei guai, ma altrettanto abile nel risolvere enigmi oscuri?

Se la risposta è negativa, allora amerete fare la conoscenza anche del suo creatore, che per decenni volle restare nell'ombra, celandosi dietro lo pseudonimo di K.C. Constantine, e che solo nel 2011 rivelò la sua identità: Carl Kosak (1934) ex marine, giornalista e professore di inglese di Greensburg, Pennsylvania.

Rocksburg è una sintesi della città natale di Kosak, McKees Rocks, nonché delle città di Greensburg e Johnstown, sempre in Pennsylvania, ed è stata scelta dall'autore proprio perché emblematica di quella vita della provincia americana, con i suoi pregiudizi, le ipocrisie, i problemi, riflesso di quelli che affliggono la nostra epoca: i rapporti fra generazioni, la crisi economica, le tensioni sociali, le dipendenze, la corruzione.

La casa editrice Carbonio ha il merito di aver egregiamente tradotto e pubblicato due dei molti romanzi che hanno Balzic protagonista, il primo dei quali è l'avvincente Il mistero dell'orto di Rocksburg (titolo originale The Man Who Liked Slow Tomatoes), quinto caso per Balzic 

Il Muscotti's Bar è il rifugio di Balzic, e il trentenne Jimmy Romanelli, disoccupato dopo la crisi carbonifera della miniera locale, vende diversi cestini di pomodori a Vinnie, il barista di Muscotti, ma sparisce poche ore dopo. Romanelli, però, è anche il marito di Frances Fiori, una donna che Balzic conosceva quando era ragazzino, poiché suo padre nutriva una sconfinata ammirazione per il padre di lei, Mike, e che, preoccupata per la sparizione, lo interpella, chiedendogli di indagare.

La vicenda si arricchisce così di ricordi personali e di sfumature psicologiche, che Balzic, nei suoi frequenti monologhi interiori, sviscera con acutezza e disincanto, intrecciandole con uno scenario sociale complesso, fatto di corruzione, traffici illeciti, lotte sindacali e violenze di genere.

I colpi di scena, preparati da una prima parte del racconto ricca di dettagli da non farsi sfuggire, e alimentati da dialoghi efficaci e realistici, si susseguono nella seconda parte della vicenda, e non cessano nemmeno quando questa sembra risolversi con lo svelamento del colpevole. Il lettore quindi si trova a empatizzare con un Balzic esausto e disgustato, incapace di trovare soddisfazione dalla soluzione del caso e dalla sua indiscutibile bravura, ma spinto a rivalutare i propri rapporti con le donne della sua vita: la madre, la moglie, le figlie.

Kosak guida con mano sicura il ritmo della narrazione, delineando con tratti netti la personalità del protagonista, ma donando profonde e convincenti caratterizzazioni anche ai personaggi di contorno, per una vicenda in cui lo schema narrativo del noir non si esaurisce nella piattezza lineare del rapporto fra caso - indagini - soluzione, ma presenta elementi che sollecitano più di una riflessione approfondita sulla realtà della provincia americana, per molti aspetti così simile alla nostra.

Lettori appassionati di gialli: cercate i romanzi di K.C. Constantine. Non ve ne pentirete.