Jordan Farmer Un diluvio di veleno
Editore: Jimenez Traduttore: Testani G., 2021, Pagine: 272, Euro 18 Narrativa Straniera | Romanzo
08/07/2021 di Federico Sponza
Questo è l'incipit di Un diluvio di veleno di Jordan Farmer, edito da Jimenez Edizioni con la traduzione di Gianluca Testani.
Hollis Bragg è il figlio deforme di un predicatore delle colline della West Virginia, negli Stati Uniti. Vive isolato in una zona rurale vicino ai resti carbonizzati della chiesa del suo defunto padre e si guadagna da vivere come ghostwriter, scrivendo canzoni per una famosa band che ha abbandonato la povertà dei monti Appalachi e non è più tornata. In lui convivono il grottesco e il sublime: una spina dorsale ricurva che lo tormenta, una musica gloriosa che lo ossessiona. Come l'ossessiona l'amore per Angela, la band leader, che lo ha iniziato alla musica sin da piccolo: “Già quando eravamo piccoli, mi ha mostrato come rallentare il tempo e piegare le corde finché la chitarra non inizia a lacrimare una serenata che può graffiare la superficie di certe emozioni sepolte dentro qualsiasi ascoltatore. È quello che faccio quando suono o canto un testo. Cerco di trovare i pulsanti emotivi dentro il pubblico. Riesco a manipolarti con la stessa facilità con cui potrei allungare una mano e accarezzarti la pelle. È così che funziona ogni forma d'arte. A differenza di altre manipolazioni che ho conosciuto, nell'arte c'è qualcosa di puro.”
Mentre si contorce nei suoi tormenti fisici e interiori, nella contea una devastante fuga di sostanze tossiche avvelena le acque locali e la situazione precipita. Hollis viene stanato dal suo rifugio, diventa testimone oculare di un omicidio, patisce un odioso tradimento e deve venire a patti con il suo corpo e il suo passato. Deve scegliere se rimanere aggrappato alle sicurezze, alle consolazioni offerte dalla solitudine, o aprirsi al mondo e al futuro accettando il fatto che “nulla è mai completo e il massimo che possiamo sperare sono dei momenti di grazia nel grande arco della dissonanza”.
Il romanzo è ambientato in un angolo dell'America dove convivono, povertà, fanatismo religioso, superstizione e pretese di autosufficienza: “Qui dove la civiltà è messa costantemente a rischio dalle inondazioni improvvise, dalle frane o semplicemente dalla vegetazione che risale attraverso l'asfalto nel suolo deturpato. Può mai una persona sfuggire all'impronta di un luogo che ha ancora l'anima della vita dei pionieri? Uomini che facendo saltare la cima dei monti radono al suolo un'intera tenuta. Che bruciano la pietra combustibile per avere energia come un'alchimia antiquata.”
Grande romanzo “americano”, crudo e tenero, intriso di musica dall'inizio alla fine, scritto con una prosa scorrevole ed essenziale, dove la parte thriller è solo di contorno, Un diluvio di veleno è una storia sulle figure deboli della società, sulle cicatrici impresse dai sogni mancati, sui corpi malformati di persone che convivono col terrore di essere giudicate per quello che il mondo vede esteriormente di loro e non per quello che sono realmente e/o che valgono.