James Rhodes

James Rhodes Le variazioni del dolore. La vita, dopo l’inferno, grazie alla musica.


Einaudi Stile Libero Extra, 2016 Narrativa Straniera | Biografie | Autobiografia

05/06/2016 di Eliana Barlocco
L’importanza della musica è nota in maniera inconsapevole. La musica è inscritta nel DNA dell’essere umano, ma oggi la fruizione di tale arte è talmente scontata che, spesso, non ne apprezziamo appieno l’importanza. Il potere della musica è sotto gli occhi di tutti e vietarne l’uso è impossibile, oltre che inimmaginabile. Ha una funzione taumaturgica, allevia le sofferenze, incanala la rabbia sfruttandone il potere distruttivo e volgendolo in positivo, estrania dal dolore, è infettiva, contagiosa all’inverosimile, fa crollare i muri, davanti a lei non vi sono distinzioni di classe o genere, ringiovanisce e pare renda pure più intelligenti. Quindi, la musica come guaritrice; e per musica intendo la buona musica, qualunque essa sia, ognuno poi scelga il proprio stile.

Ora so che la musica guarisce. So che mi ha salvato la vita, mi ha tenuto al sicuro, mi ha dato speranza quando non sapevo più dove sbattere la testa”, così dichiara James Rhodes nella sua autobiografia Le Variazioni del Dolore. La vita, dopo linferno, grazie alla musica.

A soli 38 anni questo musicista inglese decide di scrivere un autobiografia. Un libro scritto essenzialmente per esorcizzare, per riportare alla luce il suo tragico vissuto in una sorta di terapia della scrittura. In ambito musicale la Variazione consiste nella presentazione ripetuta di un tema ogni volta modificato in qualche elemento, o nella melodia, o nel ritmo o nell’armonia. Le venti Variazioni (Capitoli) presenti nel libro ci conducono dalla più buia notte verso la luce. Quella di James è stata, e tuttora è, una lotta per la sopravvivenza. La sua vita è stata costellata di abusi, disturbi di personalità, alcool, droga, ma è stata soprattutto pregna di musica (nel suo caso la musica classica). Dopo varie vicissitudini e esperienze dolorose, violenze perpetrate da altri e momenti di grande sconforto, riesce ad iniziare una carriera come musicista professionista e questo libro ne traccia la storia.

Il debito che James ha con la musica viene in parte ripagato da tutta una sezione didattica del libro in cui il musicista fa un’analisi del mercato discografico classico e, soprattutto, di come gli addetti ai lavori, gli artisti e, di conseguenza, i fruitori si pongano in maniera troppo reverenziale nei confronti di quella musica (la classica) che all’epoca era considerata come rock: “oggi lespressione rockstar fa venire in mente le copertine di Heat, i tatuaggiA quei tempi significava capelli osceni, qualche forma di malattia venerea, squilibrio mentale e povertà. Erano quasi tutti bastardi geniali, schizzati, depravati, che si sarebbero pisciati sotto dal ridere davanti al tipo di concerti che i guardiani del tempio odierni si ostinano a proporre. Non lanciavano televisori dalle finestre degli alberghi, si lanciavano loro.” L’avvicinarsi ai compositori, alle loro storie, vivere le loro note, ha consentito a James di costruirsi un mondo parallelo in cui rifugiarsi nei momenti più cupi.

E’ un libro pieno di vergogna verso se stessi, di odio verso il proprio aguzzino; è un libro che al contempo trasuda energia per la vita in una costante ricerca dell’equilibrio per mantenersi a galla. Tutta la prima parte negativa viene poi ampiamente ricompensata dalla positività che dovrebbe essere l’unico scopo della vita perché il “segreto della felicità…è così semplice che sembra essere sfuggito a molta gente. Basta fare ciò che ti rende felice, senza ferire nessuna delle persone che ti circondano”. In tutto ciò la riscoperta della musica ha concesso a James di vivere, gli ha permesso di ripercorrere le proprie Variazioni con modi e tempi differenti per aprire una seconda vita alla gentilezza, lasciandogli la possibilità di camminare con un proprio passo e ritmo verso il futuro.