James Lee Burke Una cattedrale privata
Jimenez, 2024, Traduzione di Gianluca Testani, pp. 400, 22 euro Narrativa Straniera | Noir | crime
01/05/2024 di Arianna Marsico
James Lee Burke, maestro del genere crime americano, con Una cattedrale privata ci regala un libro in cui il poliziesco si intreccia con le atmosfere de La ballata del vecchio marinaio di S.T. Coleridge e Paradiso Perduto di John Milton.
Il male di oggi, rappresentato dalle famiglie malavitose di New Iberia Balangie e Shondell, si incontra con il male che ha pervaso nei secoli la storia, incarnato in un misterioso rivelatore.
Tutto inizia, per il detective gentiluomo Dave Robicheux e il suo amico Clete Purcel, dalla volontà di ostacolare un assurdo patto tra i due clan di cui sopra, che prevedeva di cedere come schiava sessuale la giovane Isolde Balangie al perverso Mark Shondell. Il quale oltretutto è lo zio di Johnny, innamorato (ricambiato) della ragazza.
La felicità dei giovani, entrambi musicisti, viene messa a repentaglio dal fango che le trame degli adulti rischiano di gettare loro addosso. Entrare in contatto con una mafia fatta di biechi interessi e segreti innominabili porterà Robicheaux e Purcel a fronteggiare anche i propri demoni, tra alcolismo e stress post - traumatico da reduci del Vietnam.
Nessuno è totalmente innocente in questa storia, bene e male giocano a scacchi, come ne Il settimo sigillo di Ingmar Bergman, e la partita si fa sempre più complessa, e lo scacco matto non è affatto scontato.
Il titolo si riferisce a un luogo caro a Robicheaux, quel luogo che per ognuno può essere un custode di un ricordo, e che può essere un rifugio mentale contro l’orrore.
La narrazione di Burke dipinge in modo indelebile paesaggi di un’America spazzata via dalla modernità, e scolpisce personaggi con mille sfaccettature. È una scrittura pregna, che sa di whisky bevuti per disperazione, dell'umidità del Bayou e di tutto ciò di cui può essere capace l'umanità.