Harper Lee

Harper Lee Il buio oltre la siepe


Feltrinelli, 1998, £12.000

di Simona
STORIA DI UN “HUCLEBERRY FINN IN GONNELLA”

Il titolo ed anche l a copertina di questo libro in edizione Feltrinelli non rendono piena giustizia ad un romanzo dai toni lievi come questo, suggerendo al contrario un racconto drammatico o persino violento. Tuttavia nel Buio oltre la siepe non c’è nulla di tutto questo. Siamo nel profondo sud degli Stati Uniti negli anni trenta e Jean Louise Finch detta Scout, che scandalizza le signore con un linguaggio che non lascia nulla all’immaginazione, con il fratello maggiore Jem e l’amico Dill, che passa le vacanze dalla zia nella loro città, è la protagonista di questo racconto che parla del mondo libero, delle giornate all’aria aperta e delle sorprese che possono abitare solo il mondo dei bambini. I giochi e la scuola sono tutto il loro mondo, e l’universo non va oltre la fine della strada.

“Quando avevo quasi sei anni e Jem quasi dieci, d’estate il nostro raggio d’azione (sempre a portata della voce di Calpurnia, la cuoca di colore), era limitato a nord dalla casa della signora Lafayette Dubose, che stava due porte più su di noi, e a sud dalla casa dei Radley, tre porte più giù. Non avevamo mai la tentazione di sconfinare; la casa dei Radley era abitata da un’entità sconosciuta; bastava descrivercela per farci rigare diritti per vari giorni. La signora Dubose, poi, era l’inferno scatenato.”

Nei tre anni che scorrono durante il racconto di Scout il mondo dei bambini viene inevitabilmente a che fare con quello degli adulti. Così gli altri bambini a scuola prendono in giro Scout per le stranezze del padre Atticus, un avvocato che difende i neri, e lei spesso risponde prendendo a pugni l’interlocutore. Ma quando Atticus assumerà la difesa di Tom Robinson, un nero accusato di violenza ai danni di una ragazza bianca, gli insulti diventano vere e proprie minacce. Le cose nel mondo degli adulti spesso sono difficili e dolorose, e tali si riveleranno anche in questo caso, ma alla fine i bambini avranno imparato ad apprezzare il coraggio e il valore del loro vecchio e strano padre e, con loro grande stupore, il misterioso Boo Ridley sceglierà proprio il momento giusto per uscire di casa, togliendo dai guai quei bambini ai quali non aveva mai parlato ma che, estate dopo estate, erano stati gli unici amici che aveva avuto. Il buio oltre la siepe ha un’atmosfera calda come quella di una famiglia, ed è perfino commovente ma non è retorico perché è lieve e scanzonato e perché, dopotutto, la famiglia è quella di Scout.

“…Era estate, e due bambini correvano sul marciapiedi incontro ad uomo che si avvicinava a distanza. (…) Era ancora estate e i bambini si avvicinavano di più, alla casa. Un ragazzo camminava a fatica sul marciapiede trascinandosi dietro una canna da pesca. Un uomo stava ad aspettare con le mani sui fianchi. Estate, e i bambini di quell’uomo giocavano in giardino con il loro amico. (…) Era autunno e i bambini di quell’uomo facevano la lotta sul marciapiede di fronte alla casa della signora Dubose. Il ragazzo aiutava la sorellina a rimettersi in piedi e andavano a casa. Autunno, e i bambini di quell’uomo trottavano avanti e indietro girando l’angolo con le pene e i trionfi della giornata dipinti sul volto, e si fermavano davanti a un albero di quercia incantati, incuriositi, apprensivi. (…) Estate, e guardava i suoi bambini che avevano male al core, per lui. Di nuovo autunno, e i bambini di Boo avevano bisogno di lui. Atticus aveva ragione. Una volta aveva detto che non si conosce realmente un uomo se non ci si mette nei suoi panni e non ci si va a spasso.”