
Giovanni Savastano Gian Maria Volonté. L'attore scultore
Gremese Editore, 2024, Collana Stars, prefazione di Paolo Morando, 118 pagine, 15 euro Biografie | Società | Cinema
23/01/2025 di Laura Bianchi
La nuova edizione riveduta, integrata e ampliata dall’autore Giovanni Savastano del volume Gian Maria Volonté – Recito dunque sono (Edizioni Clichy, 2018) in occasione dei trent’anni dalla scomparsa dell’attore, oltre a cambiare titolo, rendendolo ancora più intrigante, Gian Maria Volonté. L'attore scultore, disegna un ritratto completo, esaustivo e coinvolgente di uno degli attori feticcio di molti registi, oltre che un antidivo amatissimo dal pubblico. Che Volonté sia stato - e sia tuttora - una sorta di icona del Novecento cinematografico è fuor di dubbio; ma questo percorso ci invita ad approfondire meglio la sua figura non solo professionale, ma anche umana, con un taglio inedito e ricco di particolari.
L'autore, è evidente, ama l'attore, e questa passione tracima dalle pagine ed entra nel lettore, spingendolo a fermarsi spesso, durante la lettura, come in una biografia filosofica, per riflettere anche sul significato del transito terreno di Volonté e su cosa voglia dire essere un attore, nel senso in cui egli lo intendeva, e in assoluto. "Quando gli chiedevano quale fosse la sua “tecnica di recitazione” o “come entrava in un personaggio”, rispondeva laconico «non entro e non esco».". Da qui credo si possa partire per un viaggio nella vita e nelle opere dell'artista, che rivela a ogni pagina uno spunto e una suggestione, per comprendere meglio la sua figura e la concezione stessa del fare cinema, inteso in modo totale, tanto che l'autore, a proposito della sua morte, avvenuta in Grecia sul set, scrive: "Sessantuno anni sono pochi per lasciare questa terra. Ma i suoi erano di più: ad essi andrebbero difatti sommate le età di tutti i suoi “personaggi”, che tali non erano, perché, nello stile che gli era proprio, attraverso di lui diventavano delle vere e proprie identità autonome.", e, più avanti, parla di "personificazione mimetica con i personaggi che caratterizzava l’artista Volonté". Una scelta di vita, la sua, che nel volume viene ripercorsa con puntualità mai erudita, ma sempre animata da ricordi personali, riguardanti i luoghi in cui l'attore interpretò i film, oppure da episodi della biografia del Volonté giovanissimo, alle prese con un padre dispotico e fascista, con un'adolescenza nomade, con l'esperienza del teatro di strada, che imprimono un segno indelebile sul suo essere uomo e artista. La coerenza civile e politica lo portò spesso a scelte drastiche, poco gradite all'establishment borghese, ma che lo formarono anche intellettualmente, come la battaglia per il doppiaggio originale, fatto dagli attori stessi, da cui doveva emergere la loro bravura senza altri infingimenti, oppure quella per la rappresentazione di opere anticlericali, ostracizzate da tutti, fino al dissenso esplicito, poco prima della morte, per il governo Berlusconi.
Uomo senza paura, Volonté, che ha voluto e saputo legare il proprio nome a una serie impressionante di personaggi indimenticabili, recitando con registi eccelsi, sia in teatro, sia nel cinema; e il suo percorso artistico si lega a doppio filo con quello umano, come l'autore sa molto bene sottolineare. Uomo - scultore, che opera una "demolizione", in cui l'attore diventa "il Michelangelo della recitazione, il quale distrugge il marmo informe (l’azione diderotiana del demolire la statua adolescenziale interiore) per dare forma e vita a una nuova identità, come entrando in un calco, uno spazio fattosi semivuoto, in un gioco dinamico tra ego e alter ego che nel loro scontro creano il personaggio". E in quest'ottica occorre leggere tutto il volume, peraltro ricchissimo di interviste in cui leggiamo il pensiero di chi l'ha conosciuto, da Amelio a Montaldo, dalla figlia Giovanna al grande amore Carla Gravina, e di pensieri dello stesso Volonté, estrapolati da lettere, telegrammi, interviste. Particolarmente straziante è poi l'elenco dei progetti mai portati a definizione, o che vennero interrotti dalla morte; già, perché, appunto, "Sessantuno anni sono pochi per lasciare questa terra".
La nostra consolazione è che il transito terreno di Gian Maria Volonté ha lasciato tracce luminose, in un cinema che dobbiamo vedere, e rivedere, per capire qualcosa anche di noi stessi.
Giovanni Savastano è psicoterapeuta e scrittore, appassionato e cultore di cinema e musica. Ha scritto articoli di psicologia e il libro Esperienza detentiva e lavoro (Oasi Edizioni, 1994); ha collaborato alle riviste «Musica e Dischi», «Classix!» e «Classic Rock». Insieme ad Andrea Angeli Bufalini ha pubblicato il volume La Disco. Storia illustrata della discomusic (Arcana 2014), e Donna Summer La Voce Arcobaleno (Coniglio Editore, 2023).