Gian Luca Barbieri Silenzio e musica rock
Mimesis, 2018 Musica | Saggi
16/10/2018 di Eliana Barlocco
Partendo dal fatto che proprio "Il rock ha una varietà di forme e di conseguenza vari silenzi che ogni musicista plasma a suo modo", lungo tutto il testo si analizzano le azioni di selezionate band e autori del panorama rock. Ogni musicista, ovviamente, ha una propria attenzione inconsapevole o meno nel gestire il silentium. Differenze che nascono dall’uso variegato degli strumenti e della voce stessa, dal contrapporre movimenti musicalmente importanti ad altri più soft, ma non per questo meno preziosi; fino allo scontro - incontro, inaspettato e dai risultati imprevedibili, tra la sensibilità del musicista e il pubblico.
"I suoni e i loro silenzi penetrano nello spazio psichico della persona e si espandono in una dimensione profonda, privata, sganciata dalla quotidianità e dai suoi automatismi." Interessante notare come questa frase sottolinei proprio la particolarità dell'ascolto che come tale non è mai uguale a se stesso. Varia col variare della modalità di emissione del suono (elettrico, acustico), varia in base alla sensibilità del musicista (soprattutto nella fruizione dal vivo), ma cambia anche in funzione della dimensione interiore di chi ascolta.
Il Barbieri non dimentica poi altri momenti in cui i grandi della musica hanno giocato col silenzio regalandoci quindi spunti di riflessione sull’arte di rimestare vecchie canzoni per rivestirle di una nuovo abito (le cover), o infine gettando uno sguardo seppur veloce ai sottogeneri del rock e al loro rapporto col silenzio.
Imparare a rivalutare il silenzio negli ascolti, a cogliere appieno i vuoti e i pieni nei passaggi musicali, a eviscerare quello che più ci piace da ciò che il musico produce è un ottimo esercizio per imparare a “...rivolgere lo sguardo dentro di sé, osservando se e come la musica apre spazi al silenzio interiore...” interrogando se stessi su che silenzio osserviamo in quel momento della vita, abbracciando le sensazioni che ci rimbombano dentro, ricordandoci che “...tutto ciò è possibile solo aprendosi alla musica...”.