Georges Simenon La fioraia di Deauville e altri racconti
Adelphi, 2017 Narrativa Straniera | Racconti
15/05/2017 di Corrado Ori Tanzi
I personaggi ormai li conosciamo. L’ispettore Torrence, ex braccio destro proprio di Jules Maigret, Émile, il giovane vero cervello della squadra, Barbet, l’ex borseggiatore e ora fenomeno dei pedinamenti, e la signorina Berthe, la segretaria il cui ruolo si appalesa non così secondario come lo stesso Simenon in principio scrive.
In questo nuovo volume si passa da Parigi a Bruxelles, da Amsterdam alla Costa Azzurra. Dentro un po’ di Hollywood, di miliardari in vacanza, poveracci sbattuti dalla loro stessa sfortuna, pellicce che nascondono misteri.
Sarebbero da leggere uno dopo l’altro i racconti che compongono le inchieste dell’Agenzia O, così come l’autore le ha concepite. Il micromondo che contengono nelle pagine è una compagnia che non andrebbe spezzata con la chiusura di uno dei volumi intermedi. Simenon con questi personaggi si fa più cinematografico di quanto addirittura non riesca a esserlo con il suo maestoso eroe letterario che lo fece conoscere in tutto al mondo e che gli ha regalato l’immortalità letteraria (pur non avendolo mai ammanettato a sé).
Vero quanto si dice in sede di presentazione. In queste pagine c’è Lubitsch, ci sono Stanlio e Ollio, si respira l’aria delle grandi produzioni. Ci sono grandi sogni e piccole imprese. Torrence ed Émile sono una coppia deliziosa. L’imponente presenza del primo, i cui galloni sono stati conquistati sulla strada, e la ribellione sfrontata del secondo. Tasso di godibilità: 10 su 10.
Georges Simenon, La fioraia di Deauville e altri racconti, Adelphi, pagg. 161, euro 10.
Corrado Ori Tanzi
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