Francesco Bommartini

Francesco Bommartini Fuori dalla riserva indipendente , Dietro le quinte degli anni dieci


Arcana Musiqa, 2013 Musica | Musica

01/04/2015 di Elena Bertoni
Dopo aver pubblicato nel 2013 “Riserva Indipendente – La musica italiana negli anni zero” che gli ha fruttato il premio quale “Miglior libro Indie 2013” del MEI,  Francesco Bommartini, trentaduenne giornalista e grande appassionato di musica,  ritorna sugli scaffali con “Fuori dalla riserva indipendente – dietro le quinte degli anni dieci” in cui analizza l’attuale situazione di una sostanziosa parte della scena musicale italiana, quella che viene comunemente considerata come “indipendente”.

 Per la  definizione classica indipendente è tutto ciò che non appartiene alla produzione delle quattro multinazionali della musica (Warner, Universal, Emi, Sony) ma leggendo le interviste fatte da Bommartini a 18 artisti della scena musicale odierna, si evince che in questi ultimi anni il significato è un po’ cambiato: “indipendenza” ha più a che fare con la capacità a conservare un’autonomia intellettuale sul proprio lavoro, sulle possibilità di scegliere cosa fare e come farlo.

Gli artisti intervistati ( tra cui Brunori Sas, Massimo Volume, Giorgio canali & Rosso Fuoco, Virginiana Miller, Luminal,) hanno tutti in comune una grande umiltà, una notevole sensibilità di musicisti ben consapevoli di vivere e lavorare in un Paese come il nostro che riserva ben poca attenzione all’arte e alla cultura. Le interviste mettono anche in luce pregi e difetti dell’attuale scena musicale italiana : la cronica mancanza di stimoli economici, i problemi legati al marketing e “vendita del prodotto”, l’importanza sempre crescente degli uffici stampa, il divario sempre minore tra major e indie, la musica sempre più liquida che ha portato ad una scelta sempre più vasta da parte dell’ascoltatore, il problema della distribuzione e della promozione, sempre legate alla necessità di introiti alti, e pure  una sorta di snobismo diffuso anche tra le band emergenti.

Oltre alle interviste con gli artisti, nel libro ci sono anche approfondimenti  dedicati a fotografi, riviste musicali, tour manager  e ci sono anche interessanti pareri di alcuni “big” (tra cui Patty Pravo, Petra Magoni, Omar Pedrini) sul fenomeno “indie”.

Un’ ampia parte è dedicata ai siti web/webzine (c’è anche Mescalina) ed in particolare Bommartini e anche molti degli artisti interpellati,  non sono molto teneri nei riguardi dei “collaboratori” delle varie riviste, i quali vengono accusati spesso di  mancanza di coraggio nel criticare alcuni lavori, una specie di sudditanza psicologica verso l’artista di cui si vuole essere “amico”,  e di non avere una vera e reale conoscenza della musica e delle cose di cui si scrive. Spesso si tende a fare recensioni che parlano di sentimenti e sensazioni, a volte addirittura in forma romanzata, senza tenere conto anche dell’aspetto tecnico della musica, del lavoro compositivo e di quello fatto in studio, banalizzando così il lavoro degli artisti.

Scritto con grande serietà  e competenza il libro è interessante e offre una panoramica accurata sulla scena musicale italiana di questi ultimi anni, che ancora in pochi conoscono e apprezzano ma che dimostra comunque di essere in buona salute e attiva su molti fronti.