Francesca Marciano

Francesca Marciano Isola grande - Isola piccola


Bombpiani, 2015 Narrativa Italiana | Racconti

17/11/2015 di Eliana Barlocco
To change your language

you must change your life (Derek Walcott).

A modi Ouverture, questi versi, posti all’inizio della raccolta di racconti Isola Grande Isola Piccola di Francesca Marciano, ci aprono alla scoperta di nove piccole gioie che pagina dopo pagina si materializzano dinanzi a noi creando un quadro di rara bellezza. Il libro è uscito in lingua inglese e sul mercato statunitense ha avuto un’ottima accoglienza. Scritto quindi non con la propria madre lingua, ma in un’altra (il titolo originale, infatti, è The Other Language).

Oggi il linguaggio è fondamentale. Qualsiasi tipo di linguaggio sia, verbale, visivo o posturale. Il linguaggio si merita rispetto, eppure noi oramai lo usiamo con troppa indifferenza. Non lo trattiamo con amore. E non mi riferisco solamente al mero uso delle parole, oppure alle inconsapevoli mannaie che ognuno utilizza calando senza pietà nello scrivere, ad esempio, sms o mail. Noi, proprio il linguaggio, lo odiamo. Ma esso sta alla base della nostra società. E’ il mattone su cui costruire la nostra esistenza. E quando viene meno il mattone, l’edificio potrebbe inevitabilmente crollare. Quindi vita e linguaggio sono indissolubilmente collegati (e non solo in senso metaforico, ma anche profondamente reale). Ed è proprio il linguaggio l’elemento cardine di ogni racconto.

L’altra lingua è la trait d’union che corre fra i racconti. E per ‘altra lingua’ non intendo solamente un idioma differente, ma la forma di comunicazione che ogni personaggio dei racconti adotta. A volte così simile eppur differente, quell’inspiegabile difficoltà di comunicazione che porta alle incomprensioni e inevitabilmente alla fine dei rapporti.

Pur discordi tra loro per ambientazione e protagonisti, ogni racconto presenta una struttura simile. Ogni personaggio alla fine della narrazione subisce una trasformazione, si tratteggiano passaggi esistenziali nell’arco di poche pagine. Vite che cambiano grazie ad un nuovo inizio o una nuova fine. Racconti che suggeriscono la ricerca di se stessi in se stessi, perché seppur il viaggio sia una prerogativa indispensabile per la crescita, ciò non toglie che se non si sa da dove si parte difficilmente si raggiunge una meta.

Il linguaggio cambia la vita, ma anche la vita cambia il linguaggio in una sorta di percorso circolare, un uroboro in cui l’inizio e la fine vanno a coincidere fondendosi…”Non era tanto il fatto che tutto le sembrasse diverso. Forse era sempre stato così, una versione più brutta di quello che lei ricordava. Ma era proprio questa la cosa importante, pensò: è limpronta iniziale che ci rende chi siamo, indipendentemente dal paese in cui siamo nati, o dal terreno su cui camminiamo.