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Flavio Massarutto Il jazz dentro - Storia e cultura nel fumetto a ritmo di jazz
Stampa Alternativa - Nuovi Equilibri, 2020, 180 pagine, 20 euro Musica | Saggi | Fumetto
24/11/2020 di Franco Bergoglio
emergere questi legami profondi e, per chi scrive, ineludibili, il fumetto è un reagente eccezionale.
Presenta così il proprio lavoro Flavio Massarutto, critico musicale del Manifesto e del supplemento Alias,
organizzatore culturale e scrittore di storie a fumetti, spiegando in maniera semplice il legame tra jazz e
comics che poi si incarica di dimostrare nel libro, tramite capitoli organizzati per temi: rapporto con politica
e società, questione razziale e di genere, la presenza dell’Europa, etc.
Jazz e fumetti sono certamente, come scrive l’autore, due contributi originali degli Stati Uniti alle arti, io aggiungerei anche -ma sono di parte essendomene occupato in Sassofoni e pistole- il giallo nella variante dura delle detective stories, quello che gli americani chiamano hardboiled. Quando poi si trovano dei fumetti che sono storie gialle e dove si parla di jazz facciamo bingo!
Il libro è interessante per gli appassionati di jazz, ma rappresenta una vera manna per gli occhi di chi ama anche i comics: l’edizione su carta patinata consente di apprezzare al meglio i tantissimi esempi riprodotti dai fumetti citati (anche a colori, nell’inserto centrale) nel corso del libro, a testimoniare il certosino lavoro realizzato. Massarutto ha già trattato l’argomento sempre per Stampa Alternativa–Nuovi Equilibri con Assoli di china, che consigliamo come complemento a questa lettura.
Il jazz dentro è ricchissimo di sollecitazioni; ecco, per stimolare la curiosità, qualche esempio degli
argomenti trattati: Charles Mingus protagonista di una striscia, le storie jazzate di Jack Kirby e Stan Lee, un
gruppo di supereroi dell’era atomica che sconfiggono i cattivi sulle note di When The Saints Go Marchin’ In,
il jazz in alcuni raffinati manga contemporanei o nei fumetti italiani durante e dopo la Seconda Guerra
Mondiale.
Ci sono anche delle divagazioni curiose: un capitolo molto divertente è dedicato alle figurine,
altra arte povera, imparentata con il fumetto. Il tutto è condito con citazioni ricercate, da Umberto Eco a
Edward Said. Nella disamina c’è spazio per alcune sacrosante considerazioni che rimandano alla nostra
triste attualità: il razzismo con il quale venivano dipinti i neri anche nei fumetti, i pregiudizi che li
circondavano ci sembrano lontani nel tempo se guardiamo le vignette in bianco e nero dove gli
afroamericani hanno enormi labbroni e parlano a colpi di sì buana, eppure, a ben pensarci, cambiano le
forme artistiche di espressione e le parole, ma il pericolo di considerare l’altro come un inferiore
responsabile di ogni male della società è ben presente nella vita quotidiana, e tra televisione e social non c’è
certo bisogno di cercarlo nei fumetti contemporanei…