Ernesto Assante, Gino Castaldo Lucio Dalla
Mondadori, 2021, pp 365, 20 € Musica | Biografie
20/06/2021 di Arianna Marsico
La narrazione che l’affiatato duo giornalistico ci offre della vita e delle opere (strettamente musicali e non) di Dalla è coinvolgente e appassionata, oltre che estremamente accurata e documentata. Ma mai agiografica. Si racconta la grande generosità sempre mostrata nei confronti degli amici e dei musicisti esordienti in cui credeva (accompagnandoli a Sanremo o portandoseli in tour) e verso gli ultimi (le cene offerte ai senzatetto, in silenzio, nei migliori ristoranti di Bologna) così come la sua abilità nel confondere le carte sulla sua vita, la sua contraddittorietà su certe cose.
Ma la cosa che stupisce di più è il continuo Streben di Lucio Dalla nella ricerca sonora e non, il non accontentarsi di successi clamorosi, come 4 marzo 1943, incurante dei possibili esiti commerciali. Cosa che per certi versi lo ha sempre premiato, perché, a prescindere dalle vendite dei dischi, i suoi concerti hanno sempre avuto un grandissimo seguito da parte del pubblico.
Leggendo le pagine di Lucio Dalla ci sono delle cose che purtroppo sembrano di un’era glaciale fa, e non si sa se torneranno. Ad esempio, le etichette discografiche nelle quali si trova qualcuno disposto a insistere a dare fiducia a un artista, nonostante gli iniziali insuccessi. Oggi, quante se lo potrebbero permettere?
Il Banana Republic tour, con Francesco De Gregori, con gli stadi pieni, ora che la pandemia ha decimato il settore della musica dal vivo.Certe trasmissioni in tv come Taratatà, quando persino in quello che dovrebbe essere il suo tempio televisivo, il festival di Sanremo, la musica è a volte trattata da ancella.
Fatevi un bel regalo, e leggete Lucio Dalla.