Enrico De Angelis Coltivo una rosa bianca - Antimilitarismo e nonviolenza in Tenco, De Andrè, Jannacci, Endrigo, Bennato, Caparezza
di Enrico De Angelis (Autore), M. Cavezzali (Illustratore), M. Manara (Illustratore), Vololibero, 2020, 144 pagine, 18 euro Saggi | Musica
26/12/2020 di Laura Bianchi
Gli splendidi versi del poeta cubano José Martì, splendidamente tradotti di un profondo conoscitore della musica cubana, Sergio Endrigo, introducono il lettore in questo prezioso saggio, Coltivo una rosa bianca. Antimilitarismo e nonviolenza in Tenco, De Andrè, Jannacci, Endrigo, Bennato, Caparezza, che raccoglie il discorso nonviolento di sei cantautori italiani. E, se La rosa bianca spinge a valorizzare il perdono, l'empatia e la pace, fra le righe dell'affascinante saggio scritto da Enrico De Angelis il lettore può trovare un tratto comune, che lega insieme personaggi molto distanti nel tempo e nello spazio, eppure tanto simili, nella forza con cui il messaggio pacifista arriva nel cuore di tutti.
Ma La Rosa Bianca è anche il nome di un gruppo di attivisti cristiani, che in Germania cercarono di opporsi all'instaurazione del nazismo, finendo decapitati nel 1943. Anche per loro, De Angelis indaga le strade dell'antimilitarismo, del pacifismo, della nonviolenza e dell'antirazzismo, con la perizia meticolosa già espressa in altri saggi.
La cifra caratteristica del volume è quella narrativa, che coinvolge il lettore fin dalle prime righe, dedicate a un grande autore, quel Luigi Tenco a cui De Angelis ha già dedicato lunghi studi, e del quale egli indaga le ragioni e le ispirazioni per una coerente scelta nonviolenta, dal 1960 fino alla morte, rivelandoci che è di Tenco la prima traduzione del celebre brano di Vian Le déserteur.
L'analisi prosegue fino all'ultimo autore presentato, Caparezza, di cui si colgono le intenzioni di smascheramento delle ipocrisie di un Occidente solo apparentemente privo di guerre, mentre si volta dall'altra parte, per non vedere quelle che si svolgono poco lontano. Particolarmente emozionante è il ricordo di Sergio Endrigo, autore profondo e ancora troppo misconosciuto, la cui analisi invita ad approfondire l'eredità.
Come un detective sensibile a ogni traccia pacifista, senza altre armi, quindi, se non l'intelligenza e l'onestà intellettuale, De Angelis individua passi, versi, brani di canzoni, disseminati all'interno delle canzoni dei sei cantautori, per comunicarci la loro coerenza, il loro impegno, la loro forza espressiva, e donarci nuove ragioni per ascoltarli, o riascoltarli, con una rinnovata consapevolezza.
Completano il volume i ritratti dei sei, tratteggiati da Milo Manara e Massimo Cavezzali, che di per sé valgono l'acquisto; ma un'ulteriore motivazione per questo è costituita dal fatto che De Angelis devolve tutto il ricavato al Movimento Nonviolento. A riprova che non sono solo canzonette, se si riesce a cogliere il loro messaggio migliore.