
Emiliano Cribari Soltanto d’estate - Un viaggio tra case amate, perse e dimenticate
Bottega Errante Edizioni, collana rumore bianco / 2, 2025, 166 pagine, 16 euro Narrativa Italiana | Romanzo | Viaggi
27/02/2025 di Laura Bianchi
Inizia benissimo Soltanto d’estate - Un viaggio tra case amate, perse e dimenticate, il romanzo di Emiliano Cribari per Bottega Errante Edizioni: inizia con una citazione da Il primo dio, dell'indimenticabile poeta Emanuel Carnevali, che vuole "una casa che non sia insultata dalla città". Inizia anticipandoci che la nostra lettura, d'ora in poi, sarà immaginifica e poetica, ma anche concreta e reale. E prosegue citando una canzone di Daniele Silvestri, La mia casa, in cui si rispecchiano quanti non idolatrano la casa come ente inamovibile, dispotico, a cui sacrificare tempo altrimenti speso per gli affetti, ma la concepiscono come frammenti in cui parti di sé hanno abitato, e che li seguono ovunque, ricordi sospesi spesso a dettagli, profumi, immagini, sensazioni. Con queste premesse, la lettura del romanzo, a metà tra l'on the road e quello di formazione, non può che essere ricca di suggestioni. Merito di una scrittura densa, con molte paratattiche, frammenti di dialoghi, descrizioni folgoranti, e un io narrante che si svela, poco a poco, in tutta la propria presenza, lucida e forte, nel narrare la propria ricerca, e, con essa, la storia rivelata dai luoghi che vengono visitati.
L'Appennino tosco-romagnolo, così vicino a noi, eppure così lontano dalla civiltà industrializzata, ci si svela in tutta la ruvida e smagliante bellezza, e con essa si scoprono eventi e situazioni dimenticati, che la voce narrante si preoccupa di comunicare, con urgenza, prima che svaniscano con i loro testimoni. Il "vagabondo professionista" calca il Sentiero del Partigiano, ripercorre i luoghi da lui ben conosciuti nel corso delle sue passeggiate letterarie, sulle orme di Dino Campana e Francesco d'Assisi, e insieme descrive l'abbandono che dura quasi tutto l'anno (da cui il titolo), oltre allo sfruttamento del suolo, vera piaga dei nostri tempi.
"Sono bastati cinquant'anni o anche meno per distruggere un luogo rimasto per secoli immobile", esclama l'autore, a un certo punto della ricerca di una casa per sé e per Lorenzo, il figlio adolescente, compulsando uno a uno i piccoli paesi appenninici, in uno stillicidio di rifiuti, delusioni e disillusioni. Anche il lettore soffre, gioisce momentaneamente e si deprime, negli alti e bassi di un vagabondare che rivela lo stato delle cose, in questa Italia minore, ma molto importante, perché mostra in controluce tutti i difetti di cui dovremmo liberarci: la sedentarietà, l'avidità, il razzismo, i pregiudizi, la resa "al dio denaro". E intanto, nella ricerca di una casa, nel vagare dei due protagonisti, ci sentiamo coinvolti, e forse anche un po' responsabili delle loro delusioni. Non poco, per un romanzo molto poco romanzesco, ma molto poetico.
EMILIANO CRIBARI Poeta, fotografo, cercatore di luoghi perduti. Ha pubblicato tra gli altri: La cura degli istanti (Transeuropa, 2019), La vita minima (AnimaMundi, 2020), Errante (AnimaMundi/emuse, 2022), Mar d’Appennino (Edizioni dei Cammini, 2022), Il valore dell’aria (EC, 2022), I diari del libraio errante (EC, 2023), Cronache dalle rovine (peQuod, 2023), La cura della pioggia (Ediciclo, 2023) e Diari casagliesi (EC, 2024). Nel 2024 ha vinto la prima edizione del contest indetto dal FAI (Fondo Ambiente Italiano) intitolato “Narrate, gente, la vostra terra” con un podcast dedicato alla chiesa di Santa Maria del Carmine ai Fossi.