Emidio Clementi

Emidio Clementi La notte del pratello


Fazi Editore, pp.150, Lire 22.000

di Luigi Anania
“Strada di schiavi e di puttane, di protettori e di ladri di polli. Di mangiatori di topi. Anche di gatti, ovviamente. Origini oscure. Suburbia. Suburbia anche dopo, una volta inglobata alla città. Addossata alle mura. Terrorizzata dai mutamenti. Quasi campagna e quasi città. Rifugio di giocatori d’azzardo, esperti in truffa alla francese, preti, uomini arrapati, alcolizzati, cacciatori di topi, spie, travestiti. Fame perenne. Regno del precario. Indolenza.
Nel corso dei secoli.”

Questo è il prologo dell’ultimo libro di Clementi, e basterebbe già questo a descrivere l’atmosfera che si respira nel suo libro, ma mi azzardo a spendere altre mie parole nel dire che, la notte del Fratello è una vera e propria epopea, a tratti donchisciottesca e farzosa, a tratti cruda e intrisa di caustico cinismo e strisciante avidità. La “notte” è quella della prima grande festa che si è svolta in quella via u nei suoi meandri più oscuri; ma i “giorni” sono quelli scanditi dallo sgombero di cantine e solai che Leo e Mimì facevano per conto di quel vecchio pazzo e perennemente incazzaticcio di Zaccardi. Clementi ci parla di una Via eccessiva, anarchica ( nel senso più puro del termine) ma non ancora rossa, che è finita per diventare anche “cool”e alla moda nella Bologna attuale; ma cambiano le “Vie” e cambiano i ritrovi abituali, come cambia e cresce lo stesso Clementi, che, ormai ex voce e basso dei grandissimi Massimo Volume, ha, in questa sua terza fatica letteraria dopo “Gara di Resistenza” ed “il Tempo di Prima”, dato il meglio di se, sfoderando anche una vena umoristica ai più sconosciuta, ma non a chi lo conosce e che sa che Mimì può esser “.. se in vena perfetto per una serata mondana, se depresso nefasto per una serata mondana..”