Elio Battaglia Scritti sul canto (a cura di Dario Miozzi)
Analogon, 2017 Musica | Saggi
01/12/2017 di Corrado Ori Tanzi
Elio Battaglia, classe 1933, oggi in pensione solo col fisico (ma qualche lezione privata di tanto in tanto non disdegna di darla) è nella cream of the crop, come dicono gli anglosassoni, della didattica del nostro Paese (e non solo). L’eccellente casa editrice Analogon ha licenziato qualche mese fa un volume uscito dalla sua penna, Scritti sul canto, a cura di Dario Miozzi, che ripercorre con articoli, interventi e omaggi l’intero pensiero del celebre didatta palermitano.
Un saggio di splendida divulgazione narrativa, capace di viaggiare con una varietà timbrica del racconto pari a quella che si può pretendere dall’allievo più dotato. Le pagine si fanno caustiche e acide, commoventi e di pura digressione tecnica, si riempiono di fonti per la gioia di qualunque curioso appassionato. Si passano in rassegna le gemme che ci hanno lasciato in eredità le più grandi voci, da Maria Callas (un’autentica venerazione quella di Battaglia per la soprano) a Dietrich Fisher-Dieskau, da Christa Ludwig a Elisabeth Schwarzkopf. Non si teme il giudizio del talebano della voce riconoscendo valore primo a voci fuori dal mondo classico, da Frank Sinatra a Barbra Streisand anzi, si sottolinea quanto, pur godendo del grande aiuto del microfono, un cantante “leggero” abbia la stessa dignità e possa competere con la grande voce classica non essendo l’estensione vocale, la fantasia nella colorazione delle note, l’intelligibilità della parola cantata, l’intonazione, l’emissione spontanea, la varietà della timbrica oggetto di monopolio di uno o dell’altro genere musicale.
Battaglia ragiona su trilli e roulades ascendenti e discendenti, ammaestramento e strisciate, assetti timbrici e precisione ritmica, vocalizzi e solfeggi, canto fiorito e coloratura nel canto. Inquadra la particolarità della vocalità richiesta da Wagner, Mozart, Verdi, Puccini, Rossini, Wolf, definisce il rapporto tra impostazione cameristica e sinfonica. Autentiche sintesi didattiche che non si spingono mai nel tecnicismo per soli addetti ai lavori.
Quasi come un Salvador Dalì che cogitava sui suoi “amici” pittori, il Maestro ci regala autentici momenti di divertimento quando affronta l’universo italico dei suoi colleghi (dal famoso Rodolfo Celletti fino ai cialtroni dei bassifondi) e quando scompone quell’incubo che porta il nome di audizione. Un vero piacere della lettura. A dispetto della serietà del tema, un volume che si beve come un romanzo. Anche per gli stonati.
Elio Battaglia, Scritti sul canto, (a cura di Dario Miozzi), Analogon, 370 pagg., 20 euro
Corrado Ori Tanzi
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