Donato Carrisi

Donato Carrisi L`uomo del labirinto


Longanesi, 2017 Narrativa Italiana | Noir

22/02/2018 di Corrado Ori Tanzi
Un rapimento di una bambina. Il suo ritrovamento. Ma quindici anni dopo. L’investigazione su chi è stato, dove è stata reclusa e come è stata liberata. Poi accadono cose che noi umani lettori non abbiamo mai letto prima. E che rendono ogni opera di sintesi della storia del libro del tutto inutile.

Parliamo de L’uomo del labirinto di Donato Carrisi. Pubblicato dalla benemerita Longanesi, il romanzo porterà presumibilmente un bel po’ di aria buona al rispettivo conto corrente (e a quello dell’autore), ma la sua presenza nella nostra attualità editoriale è la prova di quanto ormai si rincorrano prodotti editoriali confezionati secondo una propria idea di perfezione che autentiche prove letterarie. Anche nella letteratura pregiudizievolmente definita di genere.

Che Carrisi sappia giostrare la penna, e bene, non è in discussione. Tono alto, tensione amministrata con sapienza, capacità di svelare la narrazione con dovizia da professionista, cambi di registro come il thriller comanda.

Purtroppo un autore diventa scrittore quando dimostra di saper organizzare una storia. Disponendo i personaggi sulla carta e lasciandoli maturare dove appunto la narrazione li porta. Badate: la narrazione e non chi la scrive.

Perché quando il firmatario del testo interviene (invece di svanire fantasmizzandosi) con un colpo di scena dopo l’altro arrivando, come nel caso in questione, a presentarcene uno finale così sconclusionato ecco che siamo molto vicini alla prova provata che lo scopo dell’autore è quello di promuovere se stesso non la sua abilità di narratore. Arrivando a soluzioni che sfidano il comune senso del ridicolo.

In un delirio psicotico finale che tende a voler diminuire la distanza tra sé e Stephen King o David Lynch (continuando comunque a non essere né King né Lynch), Carrisi mescola come in un pasticcio di carne gli ingredienti fino a quel punto validi compagni di viaggio. Tutto quello che avevamo letto fino ad allora non esiste più. Anzi, non è mai esistito. Il male è che non esiste neanche quello che stiamo leggendo prima di chiudere il libro.

PS: La fascetta parla di oltre 100.000 copie in un mese. Non specifica se tirate o vendute. Non conta. Possiamo crederci. Poi definisce “thriller geniale” il romanzo. E qui sale il dissenso. Ammettiamo pure questo irritante e insostenibile uso contemporaneo dell’attributo. E allora, pur non uscendo dalla casa milanese (con radici a Bagnacavallo), quel termine non dovrebbe religiosamente uscire dalla cornice della memoria di Leo. E non far gioire i soldatini.

 

Donato Carrisi, L’uomo del labirinto, Longanesi, pagg. 400, euro 19

Corrado Ori Tanzi

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