Davide Bonamici Dove finisce la citta`
Progettazione o immagine della copertina di Giovanni Moglia, Prefazione di Simone Cordaro, pp145, euro 9,24 Emergenti | Letteratura Italiana
01/09/2022 di Arianna Marsico
L’autore è laureato in scienze della comunicazione e già dalla prefazione, oltre che dai ringraziamenti finali, si intuisce quanto sia innamorato del mondo della parola e delle possibilità di salvezza dalle brutture che esso offre: “In un mondo all’interno del quale siamo abituati a volere risposte immediate e semplici, in un ambiente che ci insegna che il mondo si dà in un unico modo soltanto che può essere esperito in una manciata di secondi, che ci insegna a vedere nella materialità delle cose una sola possibilità di rilettura, quello che rimane ai curiosi, è l’esplorazione del mondo attraverso la creazione di nuovi mondi”.
Dove finisce la città racconta la storia di due anime fragili, Chiara e Michele, che, pur essendo giovanissimi, sono stati già messi sufficientemente alla prova dalla vita, al punto da ritrovarsi ad un gruppo di sostegno per alcolisti. Dal loro incontro nascerà in primis una collaborazione per una graphic novel (dialoghi di Michele, illustrazioni di Chiara), che sarà solo un primo gradino verso un’esplorazione delle proprie capacità e dei propri limiti e sentimenti.
Non mancano colpi di scena rispetto a un esito che poteva apparire fin troppo scontato. Il titolo Dove finisce la città nasce da uno scambio tra i protagonisti, che si interrogano su come intitolare il loro lavoro a quattro mani e che si chiedono dove possano identificarsi i confini della città, sbiaditi nei “municipi integrati” e nei cartelli: “non si capisce mai dove finisca questa città, è così grande e sconfinata che non sai dove siano i suoi confini. Una volta potremmo andare alla ricerca di questi confini, creiamo una mappa sul fumetto e ce li aggiungiamo ogni volta che ne troviamo uno”.
Il motociclista tra i protagonisti del loro racconto, raffigurato in copertina, si lascia alle spalle un mondo post-apocalittico, non troppo dissimile dallo sfacelo interiore di Chiara e Michele. A livello di scrittura, probabilmente per una questione anagrafica, ci sono alcune ingenuità e rigidità. Rimangono intatti però la sincerità, il candore dei protagonisti, la loro voglia di riscossa nel dedicarsi finalmente a qualcosa e qualcuno. Aspettiamo quindi un’opera seconda, in cui il livello formale trovi una piena dimensione, ma preservando la carica emotiva.