David Cronenberg Divorati
Bompiani, 2014 Narrativa Straniera | Romanzo
21/10/2014 di Corrado Ori Tanzi
Riportare sulla carta le note prime del proprio cinema con un romanzo che gli ha succhiato almeno gli ultimi otto anni di vita. Continuare a fare del corpo umano res da sezionare e plasmare per dare alla sua ossessione fisionomia ancor più matura. David Cronenberg è una delle luci più nere del cinema mondiale, l’ipervisualità che nel nostro subconscio vorremmo tenere spenta ma che, seppur magari a intermittenza, continua ad accendere l’occhio della fragilità e friabilità umana dentro all’iride che portiamo al centro del cervello.
Oggi, che di anni ne ha 71, esce con Divorati, storia di un un cadavere cannibalizzato e di due reporter che, in ogni picco del mondo globalizzato, cercano di sapere se dietro a tutto riposi un omicidio come si vocifera. Nient’altro da aggiungere sulla trama, non è di questo che vive in sé un romanzo scritto da una mente lucidamente folle come quella del regista canadese.
Divorati (Consumed, nella versione originale) vive sull’immensa massa tecnologica che fa da doppio, se non triplo, paracadute alla narrativa mastectomizzante che prosegue coerentemente l’intera opera di Cronenberg, quel viaggio spesso filosofico di taglio e cucito per capire la condizione umana e l’essere umano in sé partendo dall’oggetto che, nella sua visione, è la dimostrazione essenziale della nostra esistenza, e cioè il corpo.
Cronenberg vive calato nella modernità e sa come la modernità ha modificato i nostri nervi, i filamenti che tengono insieme i nostri muscoli. A un suo protagonista fa dire che «la sola letteratura autentica dell’era moderna è il manuale di istruzioni», tanto per mettere in chiaro cosa oggi può avere un domani e cosa è ormai (o già) vintage, tanto per usare un termine oggi di moda.
Un romanzo interamente basato sull’ossessione video-acustica dell’autore, il cui essere regista cinematografico rende l’occhio-orecchio dello scrittore-narratore-lettore unico motore pulsante della storia intera. Nelle quasi trecentocinquanta pagine del libro i riferimenti alla tecnologia d’uso comune nel suo lavoro dietro la camera da presa sono infiniti. Ho provato a segnarli. Siete pronti?
Partiamo: QuickTime, D3, iPhone, display LCD, focale a24mm, Nikon D300s, ISO, BlackBerry Q10, moduli GPS, doppio LED, opzione HDR, iPad, formato TIFF, Photo Mechanic, connettività LTE, Pixie, Sony RX100, MacBook Pro, VU meter, Prince EXO3, DVD, RIN, VU meter di Voice Memos, Discovery Channel, Youtube, Dropbox, iMac 27 pollici, Magic Trackpad wireless, CAD/CAM, file STL, FabrikantBot 2, RepliKator 3, layer di PLA, obiettivo Macro-Nikkor 105mm, attacco USB, Skype, MacBook Air, Utility Disco, File Vault, bit- rate video, JPEG, TMZ, Sony RX1, ottica fissa da 35mm. E l’elenco non esaurisce il catalogo.
Non bisogna avere paura di Cronenberg. La lettura di Divorati è un’esperienza simile all’ascolto di Strategien Gegen Architektur degli Einsturzende Neubaiten. Alla fine non si più quelli dell’inizio.
David Cronenberg, Divorati, Bombiani, pagg. 348, euro 18.50
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