Daniele Borghi

Daniele Borghi La cresta dell`upupa


Ensemble, 2017 Narrativa Italiana | Noir

26/05/2017 di Corrado Ori Tanzi
Poco più che trentenne, una laurea che serve solo a ricordargli di aver preso una laurea, Migliore vive con quello che gli capita, sia anche la sottrazione del vetro della raccolta differenziata da vendere al mercato nero. Ha un sogno nel cassetto, un progetto ingegneristico che non riesce a farsi finanziare.

Nella periferia di Roma però non è solo. Gli fa compagnia Diandro, ultrasessantenne indipendentista ceceno, abile come nessun altro a rubare furgoni e a vivere anch’egli di espedienti. Ha una grande passione, la lettura di libri in italiano e le citazioni sono il suo forte.

Un giorno a Migliore capita di liberare dalle mani di un energumeno che produce terrore solo a guardarlo Xenia, una giovane ragazza dell’Est, condannata a fare la prostituta nel modo che ben conosciamo. Informato del fatto Diandro gli racconta che davanti e dietro al traffico di carne umana per usi sessuali ci sono ex agenti del KGB. Si lascia quindi la ragazza, sanguinante, più di là che di qua al suo destino? Ma neanche per sogno. A costo di essere i nuovi vendicatori di Roma. Che di notte ancora regala qualche chance di riscatto per folli, sognatori, vendicatori male in arnese, incauti ed eroi improvvisati senza volerlo diventare.

Daniele Borghi torna al romanzo con La cresta dell’upupa. I lettori di Mescalina lo avevano conosciuto un paio di anni fa con l’interessante Casa di riposo Michail Bakunin. Se a quella storia si poteva imputare una certa fretta orgasmica nel voler chiudere la prestazione, questo romanzo difetta del difetto. Tagliamola col coltello: un libro divertente, ottimamente ideato e scritto, condotto con una tempistica narrativa e una leggiadra ironia che ci riportano alle fauste pagine di Mondo secondo Garp di John Irving (autore citato in calce alla fine) o il David Trueba di Aperto tutta la notte.

Una commedia umoristica che diventa un thriller urbano, ma che non smette una sola volta di imporre a se stessa la grazia di un lirismo concesso dall’imperfezione dei protagonisti, dal loro inevitabile scontrarsi e da situazioni ambientali che, per quanto spesso drammatiche, non perdono mai quel profilo beffardo e irrisorio che è il vero stampo letterario della storia.

Convincono i due personaggi centrali, la gestione dei dialoghi, i giochi linguistici che li legano come un mastice, gli sviluppi di trama che compongono l’intera narrazione. Una riduzione cinematografica, magari affidata a un maestro francese della commedia, sarebbe auspicabile. Intanto godetevene la lettura.

 

 

Daniele Borghi, La cresta dell’upupa, Ensemble, 200 pagg., 12 euro

 

Corrado Ori Tanzi

https://8thofmay.wordpress.com


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