Daniele Biacchessi

Daniele Biacchessi Giovanni e Nori - Una storia di amore e di Resistenza


Editori Laterza, 2014 Saggi | Saggi | Storia della Resistenza

27/09/2014 di Elena Bertoni
Giovanni Pesce, comandante partigiano responsabile dei Gap (Gruppi di Azione Patriottica) di Torino e Milano, è sicuramente una delle figure chiave nella storia della Repubblica Italiana.

Nasce a Visone d’Acqui in provincia di Alessandria nel 1918 quando l’Italia sta ancora combattendo contro l’impero austro ungarico.  Dopo pochi mesi, al termine del primo confitto mondiale l’Italia è in condizioni pietose, crolla il valore della lira, i salari scendono e peggiorano le condizioni di vita di operai e contadini:  questa tragica situazione è terreno fertile per la crescita del fascismo. Il padre di Giovanni,  Riccardo, antifascista convinto, si rifiuta di prendere la tessera del Partito Nazionale Fascista  e non potendo quindi più lavorare decide di emigrare con la famiglia in Francia a La Grand’Combe dove, come la maggior parte degli uomini trova lavoro come minatore.  La vita qui è scandita da ritmi di lavoro massacranti senza le più elementari norme di igiene e sicurezza ed è proprio qui che nasce in Giovanni la coscienza politica comunista. A distanza di anni infatti Giovanni affermerà : La mia coscienza politica comunista prese corpo in quel modo, fra il peso dell’emigrazione, il lavoro, la fatica, la miseria, la miniera”.

Nel 1936 il diciottenne Giovanni parte per la Spagna e va a combattere nelle Brigate Internazionale, a fianco degli operai e volontari spagnoli che si oppongono  a Franco, partecipa a numerose azioni militari e rimane ferito seriamente nella battaglia dell’Ebro che di fatto segna la disfatta delle forze repubblicane.  Ritornato a La Grand’Combe, allo scoppio della Seconda Guerra Giovanni, come molti suoi compatrioti, decide di lasciare clandestinamente la Francia, ormai ostile agli italiani antifascisti, e tornare in Italia. Viene assunto alla Fiat ma denunciato da un delatore, viene arrestato dalla polizia fascista con l’accusa di antifascismo e per aver combattuto nelle Brigate Internazionali, e trasferito al confino a Ventotene dove dovrà scontare una condanna a cinque anni. A Ventotene, Giovanni Pesce conosce tra gli altri Giorgio Amendola, Giovanni Di Vittorio, Sandro Pertini e Umberto Terracini che influiranno in maniera definitiva sul suo percorso formativo.

Il 23 Agosto del 1943 Giovanni lascia Ventotene, una quindicina di giorni prima dell’annuncio ai microfoni dell’Eiar dell’armistizio.  A questo punto però l’Italia diviene ostaggio dei nazisti e di conseguenza prende corpo la Resistenza, la guerra dell’Italia partigiana. Mussolini fonda la Repubblica di Salò e Giovanni, con  il nome di battaglia “Ivaldi” a Torino  compie numerosi azioni anche da solo.  Giovanni però è nel mirino dei nazisti che lo vogliono vivo o morto e si sposta quindi a Milano. Qui conosce  Onorina Brambilla detta Nori, che diventa la sua staffetta partigiana con il nome “Sandra”e  tra i due nasce una storia d’amore destinata a durare tutta la vita.  Giovanni e Nori partecipano in prima persona alle battaglie della Resistenza, sono testimoni diretti delle azioni dei compagni di lotta, (come dimenticare Dante di Nanni che fronteggia da solo un gruppo di nazisti per poi suicidarsi una volta terminate le munizioni), delle incarcerazioni e torture a San Vittore e nella famigerata Vile Triste, delle esecuzioni sommarie, come quella dei 15 antifascisti a Piazzale Loreto. Milano in quel periodo è anche un covo di spie e un delatore tende una trappola a Giovanni, diventato ora il comandante “Visone”, con l’intento di consegnarlo ai nazisti. Al posto di Giovanni però i nazisti arrestano la staffetta Sandra, che viene portata prima nel carcere di Monza e poi trasferita nel campo di concentramento di Bolzano.  Per mesi Giovanni non sa più nulla di Nori che verrà liberata il 7 Maggio 1945 quando il lager di Bolzano viene liberato. Da quel momento i due non si lasceranno più e continueranno la loro battaglia  attraverso la seconda metà del novecento perché i valori dell’antifascismo non vengano mai abbandonati e dimenticati. Attraversiamo così con loro il dopoguerra, il boom economico, la strage di Piazza Fontana, gli anni di piombo con  una nuova guerra che vuole forse colpire al cuore la democrazia conquistata dai partigiani per arrivare agli anni ’80 dove purtroppo si assiste ad un indebolimento della coscienza sociale, obnubilata dal materialismo e dai suoi falsi valori.  Giovanni Pesce Medaglia d’oro al valore militare muore il 27 Luglio 2007 mentre Nori se ne va il 6 Novembre 2011.

Giovanni e Nori una storia d’amore e Resistenza è un libro decisamente bello ed emozionante da cui è tratto anche uno spettacolo realizzato dal vivo dall’autore Daniele Biacchessi con le musiche eseguite dai Gang e da Gaetano Liguori. Ci si commuove leggendo le storie di questi eroi che ci hanno regalato la libertà e la democrazia, due elementi che non devono mai essere dati per scontati, ma che hanno bisogno di attenzioni e cure continue perché troppo spesso minacciati.

Grazie a Daniele Biacchessi che ci conduce con grande maestria e con uno stile chiaro e diretto, senza fronzoli, e senza un attimo di tregua, attraverso uno dei periodi fondamentali della storia d’Italia per arrivare fino ai nostri giorni, portandoci ad una riflessione continua sul ruolo e l’importanza della Resistenza.

Speriamo che qualche professore lo faccia leggere ai propri alunni  perché queste lotte e questi valori  non vengano mai dimenticati.


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