Bobo Rondelli Cos`hai da guardare
Mondadori Biografie | Musica
02/09/2019 di Arianna Marsico
Vi colpirà poi l’assoluta mancanza di autocelebrazione (il titolo di un capitolo è Il solito cretino) e di autoindulgenza dell’autore verso se stesso e i propri errori: “Non sono uno che rinnega nulla, ma rimpiango di aver fatto soffrire chi mi voleva bene”. Scoprirete che dietro le spassosissime imitazioni di Marcello Mastroianni ci sono timidezza e un senso di inferiorità (ascoltare Anime storte dopo la lettura del libro assume un’altra profondità e costringe a porsi tante domande in più). Per cosa? Per l’essere storto e non conforme alle aspettative del padre, del quale però Bobo però non critica a priori la rigidità, bensì la capisce. Capisce che dopo una vita di fatica dura per dare il massimo ai propri figlioli avrebbe voluto per loro un futuro agiato e con un lavoro sicuro. Capisce e sente sulla propria pelle le ingiustizie che la madre aveva subito sin da piccola (aspetti affontati in particolare Un filo di pane e Nara F.) e da ciò scaturirà l’empatia verso i più deboli. Un’empatia che non è mai venuta meno anche con il progressivo successo. Sia perché Bobo e i suoi stupendi musicisti (il capitolo dedicato a Steve Lunardi è un ritratto di un’umanità disarmante) non si sono mai presi troppo sul serio. E sia perché in Bobo non c’è separazione tra musica e vita. La musica è la sua vita e la sua vita è musica. E quando si è così “totali” tutto ciò che si fa non può essere che vivo e sincero.