Bob Dylan

Bob Dylan The Nobel Lecture


Feltrinelli, 2017 Saggi | Letteratura Straniera | musica

20/02/2018 di Eliana Barlocco
Per ottenere il premio Nobel si deve scrivere una lezione. Anche Dylan, alla fine, non si esime dal farlo e al limite della scadenza invia la sua. The Nobel Lecture racchiude sia la lettera di ringraziamento all’annuncio del prestigioso riconoscimento sia il discorso, fatto in privata sede, di Dylan. Il breve saggio contiene spunti interessanti e motivi per riflettere su vari argomenti. Da subito Dylan si pone una domanda che in molti si sono posti: Sono le mie canzoni Letteratura? Il discorso di Dylan prende l’avvio da Shakespeare che, probabilmente, concepiva le sue opere per essere recitate e non lette così come Dylan scrive le sue canzoni per essere suonate. Pensando proprio a Shakespeare mi sovviene il verso Noi siamo della materia/ di cui sono fatti i sogni/ e la nostra piccola vita/ è circondata dal sonno. Il sogno è quindi azione vitale all’interno della vita/sonno che invece è la staticità; e anche la canzone si configura come uno squarcio di vibrante realtà che dovrebbe risvegliarci dal sonno della vita.

Dylan cerca di spiegare da dove viene la letteratura insita nelle sue canzoni: quali sono stati i suoi maestri letterari e di che cosa sono fatte le sue creazioni. In primo luogo vi sono le letture scolastiche, che ti davano un modo di guardare la vita, una comprensione della natura umana e un metro con il quale misurare le cose. Secondo elemento importante è la vita stessa contro cui l’uomo combatte ogni giorno per sopravvivere. Sembra un paradosso: combattere per vivere. Infine cita i tre libri che lo hanno maggiormente influenzato. Tre opere in cui l’uomo si trova ad affrontare le innumerevoli sfide che il destino fatuo o le scelte scellerate dell’umanità gli pongono innanzi: la sfida alla natura (Moby Dick), la tragedia della guerra e la perdita dell’innocenza (Niente di nuovo al fronte), il viaggio nel difficile percorso della crescita interiore (Odissea).

Ma quale è il significato di una canzone? Tutto ciò che Dylan ha letto o sentito, tutte le esperienze vissute o incontrate, i profumi, le sensazioni, gli odori, ogni cosa confluisce nel processo di creazione (se ci si pensa è proprio questa la materia di cui son fatti i sogni). Il non capire tale processo toglie veramente qualcosa al modo di ognuno di recepire l’arte? Se una canzone ti commuove, questo è tutto ciò che importa... e ancora io non so quale è il significato di una canzone...e di sicuro non mi preoccupo di quale sia il loro significato. Più probabile che Dylan si preoccupi dell’effetto che una canzone può avere: se fa pensare o ridere o più semplicemente se lascia, estasiati, a bocca aperta.

E si ritorna al quesito fondamentale: le canzoni sono letteratura? La risposta migliore la fornisce ancora una volta Dylan. Dopo tanto riflettere sulla parola egli riporta l’attenzione all’altro elemento importante e portante di una canzone: la musica. Perché se è vero che le canzoni sono fatte della materia dei sogni, sono un estraniarsi rimanendo legati alla vita, sono una finestra da cui affacciarsi per osservare il mondo, esse sono soprattutto vive nella terra dei vivi e per essere tali hanno bisogno di esister nella loro interezza “ ... le canzoni non sono letteratura, sono fatte per essere cantate, non lette.


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