
Benjamin Jacobs August Kubizek Il dentista di Auschwitz e Il giovane Hitler che ho conosciuto
Il dentista di Auschwitz, Bibliotheka, Traduzione di Alessandro Pugliese, 2025, 376 pagine, 16 euro; Il giovane Hitler che ho conosciuto, Bibliotheka, Traduzione di Alessandro Pugliese, 2025, 372 pagine, 16 euro Letteratura Straniera | Biografie | Storia
06/02/2025 di Roberto Codini
L’importanza della memoria: due libri necessari
Il dentista di Auschwitz di Benjamin Jacobs e Il giovane Hitler che ho conosciuto di August Kubizek sono due testi, entrambi editi da Bibliotheka Edizioni, indispensabili per comprendere l’Olocausto e la figura di Adolf Hitler. Proviamo a esaminarli. Per conservare e mantenere la memoria, è necessaria prima di tutto la conoscenza. Se al cinema, ancora di più di Schindler’s List, è necessario vedere “La zona di interesse”, in libreria bisogna comprare e leggere questi due libri. Woody Allen, in “Harry a pezzi”, alla sorella, che gli chiedeva : “Non ti risulta l’Olocausto?”, rispondeva: “Non solo so che ne abbiamo persi 6 milioni, ma so anche che i record sono fatti per essere battuti!” Questa è una battuta, ma, come diceva Alberto Sordi, “quando si scherza bisogna essere seri”. E qui non c’è niente da scherzare. Ma per ricordare bisogna capire. O almeno provarci.
Il dentista di Auschwitz (Benjamin Jacobs)
Accolto con favore unanime dalla critica alla sua comparsa negli Stati Uniti, Il dentista di Auschwitz indaga sulla proliferazione del male dalla prospettiva di chi ha vissuto a stretto contatto con l’orrore. Una lettura che riesce a rendere un tempo in cui "i nomi divennero numeri senza volto" e in cui chi subì la deportazione "pur avendo il cuore pieno di lacrime, dimenticò per sempre come piangere”. In un mondo dominato dall’indifferenza e dall’egoismo, questo è un libro necessario per capire come la cosiddetta “banalità” possa nascondere l’orrore, come nello straordinario film, ancora nelle sale, La zona di interesse.
La storia. Il 5 maggio 1941 tre vecchi camion attraversano una strada sterrata polacca con a bordo centosettanta ebrei del villaggio di Dobra. Sono uomini di età compresa tra i sedici e i sessant’anni. Tra loro anche Berek Jakubowicz e suo padre, autorizzati a portare solo un piccolo fagotto ciascuno. Il ragazzo non sa che quei pochi strumenti odontoiatrici, utilizzati nel suo primo anno di formazione universitaria, gli salveranno la vita. Questa è la sua storia, firmata con il nuovo nome che assunse negli Stati Uniti, dove emigrò dopo la liberazione. Berek è stato fra i pochi a sopravvivere ad anni di sopraffazione, dolore e privazioni; vide morire il padre, fu costretto a esercitare la professione dentistica su prigionieri e ufficiali ‒ nonostante la sua scarsa esperienza ‒ e fu lui ad Auschwitz a estrarre i denti d’oro dai cadaveri appena usciti dalle camere a gas.
Berek Jakubowicz - Benjamin Jacobs (1919-2004), studente ebreo di odontoiatria, nel 1941 fu deportato dal suo villaggio polacco e trascorse cinque anni nei campi di sterminio nazisti, tra cui Buchenwald, Dora-Mittelbau, e Auschwitz, dove entrò in contatto con il famigerato Josef Mengele, medico e criminale di guerra. Jacobs riuscì a sopravvivere grazie alle sue capacità professionali, che gli consentirono di esercitare la pratica dentistica sui detenuti e sugli ufficiali delle SS. Dopo la liberazione emigrò negli Stati Uniti, dove assunse il nome di Benjamin Jacobs.
Il giovane Hitler che ho conosciuto (August Kubizek)
Questo è uno dei più importanti testi per comprendere la figura di Hitler. August Kubizek descrive in che modo si formò il, carattere del più crudele e malvagio personaggio del Novecento. Durante l’adolescenza, Adolf Hitler è un ragazzo sfortunato: non bravo a scuola, disoccupato, respinto dall’Accademia d’Arte di Vienna, vive miseramente dipingendo cartoline. Ma, dietro quest’apparente inettitudine, l'autore ci mostra il carattere di un individuo che, da questi inizi, facendo leva su una personalità magnetica, diverrà il conquistatore più potente e terribile della storia moderna, riuscendo a mobilitare i peggiori istinti di rivalsa del popolo tedesco. «Per quanto la memoria mi ha concesso, ho tracciato il ritratto del giovane Hitler. Ma alla domanda, allora sconosciuta e inespressa, che pendeva sopra la nostra amicizia, ancora oggi non ho trovato una risposta: Quali erano le intenzioni di Dio quando creo quest’uomo?» Sono le parole dell’autore che spiegano bene il senso del libro.
August Kubizek (1888-1956), direttore d’orchestra e scrittore austriaco, è stato amico fraterno di Adolf Hitler durante l’adolescenza. I due si conobbero nel 1904 ed entrambi frequentarono il Conservatorio a Vienna; gli studi vennero portati a termine solo da Kubizek, che vide la carriera interrompersi allo scoppio della prima guerra mondiale. I due si ritrovarono a metà degli anni Trenta, durante l’annessione dell’Austria alla Germania. Fu proprio in quel periodo che Hitler, divenuto Cancelliere, chiese a Kubizek di scrivere sulla loro amicizia.