Barbara Rossi

Barbara Rossi Mastroianni - Il divo gentile


Gremese Editrice, 2024, postfazione di Sabina Pistilli, 189 pagine, 16 euro Biografie | Saggi | Cinema

22/01/2025 di Laura Bianchi

"Marcello come here"…la voce di Anita Ekberg nella Fontana di Trevi risuona in tutti noi, anche in chi non ha mai visto il capolavoro felliniano La dolce vita: segno che, nell'immaginario collettivo, Marcello Mastroianni può essere a buon diritto definito un'icona novecentesca. Attore italiano più premiato di tutti i tempi, ha vinto due Palme d’Oro a Cannes, due Golden Globe e otto David di Donatello; al Festival di Venezia, ha ottenuto due Coppe Volpi e, nel 1990, è stato insignito del Leone d’Oro alla carriera; è stato anche candidato per ben tre volte agli Oscar come miglior attore protagonista, ma quello che colpisce, nella sua sfolgorante carriera, è il suo essere antidivo, nonostante Time nel 1962 lo avesse insignito del titolo di “divo straniero più famoso ad Hollywood”. Eleganza, classe innata, bellezza totale, bravura eccezionale, versatilità e sensibilità, ironia e autoironia, quindi intelligenza profonda e sottile, non sono doti che si imparano all'Actors Studio, e l'attore nato in Ciociaria cent'anni fa le ha dimostrate tutte.

La studiosa di cinema Barbara Rossi vuole rendere omaggio proprio al Mastroianni uomo, oltre che attore, proponendo Mastroianni - Il divo gentile, edito da Gremese, una biografia appassionata e appassionante, che ci coinvolge fin dalle prime pagine, che mostrano l'attore prima dell'ultima recita de Le ultime lune, una pièce che lo vide interpretare un uomo quale egli era: anziano, malato, ma certo che, anche se fosse morto di lì a poco, "grazie all’arte, all’amore del pubblico che lo seguiva da quasi mezzo secolo, lui ci sarebbe stato."

E il lungo flashback che segue costituisce il percorso di Mastroianni, dall'infanzia poverissima, tra Fontana Liri a Torino e poi a Roma, ai primi ingaggi nel cinema come comparsa, all'iscrizione al Teatro Universitario di Roma, agli incontri decisivi con De Sica, Giulietta Masina, Visconti (che lo lancia in teatro, e che gli incute rispetto: "«Ma Visconti come lo chiamavate?». «Ah, io “signor conte”. O “signor Visconti”. Non ho mai potuto dargli del tu.»"), Fellini (interessantissima la parte che riguarda il making of de La dolce vita), Ferreri, fino ai successi che tutti conoscono, il tutto supportato da un interessante apparato iconografico. Ma vengono rivelati altri aspetti della vita dell'attore, come i suoi amori appassionati e travagliati, per Silvana Mangano, la diva di Riso amaro di De Santis, per Faye Dunaway, per Catherine Deneuve, o lunghi e fortunati, come il matrimonio "granitico" (parole sue) con Flora Carabella, che riesce a comprendere lil marito inqueto, anche sentimentalmente. Vengono approfonditi alcuni aspetti della sua relazione complice e amichevole con Sophia Loren, che lo definisce "il più insostituibile e meraviglioso amico della mia vita", che culmina con la loro partecipazione all'indimenticabile film di Ettore Scola Una giornata particolare; ancora, conosciamo la genesi del suo rapporto con la Francia e con Parigi, città nella quale si spegnerà nel 1996.

I cinefili si entusiasmeranno per il racconto della costruzione e della produzione di film indimenticabili, che ebbero Mastroianni come protagonista, e leggerli tutti di seguito dà una leggera vertigine, se si immagina la vita dell'attore, soprattutto negli anni Settanta e Ottanta, da La grande abbuffata a Todo Modo, dai felliniani La città delle donne o Ginger e Fred, fino al grande successo di Sostiene Pereira e all'autoritratto Mi ricordo, sì, io mi ricordo, l'ultimo film - confessione.

E l'ultima emozione viene dalle pagine conclusive, in cui leggiamo cosa si ricorda Mastroianni: tra le altre cose, "Mi ricordo il desiderio di vedere cosa farà questo mondo, cos’accadrà nel 2000, ed essere lì e ricordare tutto come un vecchio elefante, sì, perché, mi ricordo, io sono stato sempre curioso, così curioso!".

Caro Marcello, non so se ti piacerebbe questo 2000; di sicuro a noi piacerà sempre la tua arte.




Barbara Rossi: media educator, è laureata in Storia e Critica del Cinema presso l’Università degli Studi di Torino. Ha organizzato incontri di formazione riservati ai docenti per il Museo Nazionale del Cinema di Torino. Collabora con il gruppo di ricerca “Memofilm, la creatività contro l’Alzheimer”, facente capo alla Cineteca di Bologna. È stata tra gli organizzatori della Festa del Pensiero e del Festival Adelio Ferrero (Cinema e Critica): attualmente è curatrice della Summer School “Immersi nelle storie”. Collabora annualmente alla rassegna Acit Film Forum, in collaborazione con l’Associazione Culturale Italo-Tedesca di Alessandria, e propone, con il patrocinio dell’Ordine dei Giornalisti del Piemonte, il cineforum “Diritto di cronaca”. Giornalista pubblicista, cura la rubrica Le lune del cinema per la rivista “Cineforum” e collabora con i magazine “Diari di cineclub”, “Alessandria News” e “Dialessandria”. Suoi saggi di argomento cinematografico sono stati pubblicati in diversi volumi antologici; nel 2015 è uscito, per l’editore Le Mani, il volume Anna Magnani, un’attrice dai mille volti tra Roma e Hollywood; nel 2019, per le Edizioni Bietti, Edgar Reitz. Uno sguardo fatto di tempo, monografia sul cinema di uno tra i registi più prestigiosi del Nuovo Cinema Tedesco.