Armistead Maupin

Armistead Maupin I racconti di san francisco




di Antonella
"Il tipico fan di Tales of the City è semplicemente una persona felice di essere se stessa – comunque essa sia – e di lasciare che gli altri si esprimano altrettanto liberamente."
( A. M. )

Il mio primo incontro con Maupin ha una copertina blue… colore dell’introspezione, dell’indagine psicologica profonda, della zona ombrosa e oscura della nostra mente. Con i Racconti di San Francisco, il buio si accende di rossi aranciati e gialli rosè, stravaganze lillipuziane e nuove abitudini con l’arrivo in città di Mary Ann Singleton, sprovveduta quanto ingenua segretaria alle prese con la sua prima, mica piccola, rivoluzione esistenziale.

Sono ancora gli anni di Claudio Baglioni, Fiat 127 marroni e ciabatte di corda con strass, in Italia; ma anche gli anni della provocazione nella culla post-hippie e pre-AIDS, paradiso di gay e single d’America.

Colpi di scena, intrecci macrocosmici e dejà vu condiscono Casa Madrigal e il 28 di Barbary Lane, tra Russian Hill e Lombard Street, quella famosa ‘a serpentone’. Nulla a che vedere con le moderne affittuarie bolognesi, ma chi può dirlo? Ci sarà Qualcuna che, dietro a basilico e foglie di menta, coltiva “altro” in giardino…..

“ Tales of the city 1 ” termina con un post scriptum dell’autore 20 anni dopo, degno di nota. Lui stesso è il primo a stupirsi e compiacersi di un successo così esteso, da raggiungere gli estremi del pianeta, a dimostrazione che le nostre piccinerie quotidiane non sono poi così diverse dal resto del mondo.

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