Anthony Doerr

Anthony Doerr A proposito di Grace


Rizzoli, 2016 Narrativa Straniera | Romanzo

19/05/2016 di Corrado Ori Tanzi
Un nuovo refolo d’aria vola da qualche anno sulla letteratura contemporanea americana. Quello della scrittura ariosa, colorata di immagini, che cade sulla pagina come una poesia tanto riesce a essere alta nella sua luminosa semplicità. Per chi scrive la capostipite di questa nuova era è Elizabeth Strout, ma il signore di cui stiamo per parlare, Anthony Doerr è un iscritto al Club con tutte le credenziali.

Non facile per lo scrittore di Cleveland, Ohio, bissare per profilo e clamore la sua precedente opera narrativa, quel Tutta la luce che non vediamo (2014) che, oltre a entrare nella lista dei finalisti per il National Book Award per la narrativa, lo scorso anno si portò a casa il celeberrimo Premio Pulitzer sempre di categoria. Eppure il presente A proposito di Grace riesce addirittura a segnare una fase di maturazione, tanto nell’ideazione della storia quanto nel suo componimento.

David Winkler è un meteorologo punto da una particolarità che un certo giorno gli si rovescia addosso come una maledizione. Vede, in sogno, il futuro in anticipo rispetto ai suoi colleghi umani più vicini. Eventi che puntualmente accadono, fosse anche solo un bicchiere che cade. O qualche fatto di maggiore complessità. Ad esempio vede e incontra Sandy, donna a lui sconosciuta che, qualche giorno dopo, nella realtà sensibile e cosciente gli si pone davanti come presenza concreta al punto di intrecciare con lui una storia d’amore culminata con il concepimento e la nascita di una bambina, Grace. Una meraviglia, se non fosse che un altro sogno, caratterizzato da un’alluvione apocalittica, gli dice che proprio la sua bambina gli morirà tra le braccia.

Al risveglio David vede che l’alluvione non è stata solo un sogno e allora, per salvare la vita di sua figlia e l’equilibrio della persona che ama, scappa il più lontano possibile. Alaska e poi Caraibi, a guadagnarsi la vita come manovale. E a cancellare da un momento all’altro una famiglia che racchiudeva gran parte del suo intero mondo. Sandy e Grace rimarranno delle voci per lui, che lui stesso cercherà di contattare con una lettera (a senso unico) che non smetterà mai di scrivere, nel tentativo di far capire che il gesto estremo racchiudeva solo estremo amore.

Una vita improntata sullo strappo. E da una quantità indefinita di acqua con cui Doerr annega la narrazione. Acqua sotto tutte le forme. Acqua che entra ovunque e che non smette di levigare le forme dell’imperfezione umana. Elemento invincibile l’acqua, che non smette di fare il suo pur se trasformata in vapore. Come il destino di David, in continua trasformazione anche e soprattutto per l’agire del suo autore, che occupa gli interstizi di un tempo che porterebbe altrove con azioni e iniziative che non smetteranno di tendere al ricongiungimento. Non fosse altro per mostrare, a chi l’ha subita, il volto della verità. E una voce ad accompagnarla, inevitabilmente invecchiata da tanta fuga.

Doerr racconta venticinque anni di vita (dal 1975 al nuovo secolo) con un romanzo di forte respiro. Quasi cinquecento pagine che incrociano dolore e grazia, rabbia e titanismo romantico. C’è una sete di vita dentro il protagonista che l’innaffiatoio sempre colmo dello scrittore non riesce a placare. Un desiderio di rifiorire dalla terra inzuppata di fango che accompagna il protagonista e che Doerr, evitando colpi di teatro, fa maturare con il lavorio faticoso della parola che diventa frase e della frase che si fa sviluppo del narrato. Per un’elegia della libertà di stare su questa terra.

 

Anthony Doerr, A proposito di Grace, Rizzoli, pagg. 496, 20 euro

 

Corrado Ori Tanzi

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