
Angelo Molica Franco Il buio straordinario
People, Collana Storie, 2023, 230 pagine, Euro 18 Letteratura Italiana | Saggi
07/04/2024 di Luca Di Pinto
Cos’ha allora di tanto straordinario quel buio del titolo? Sarà forse il legame fra Arthur e Jack di Matrimonio sotto zero (uno dei romanzi oggetto d’indagine) a raccontarcelo, sorpresi insieme nelle tenebre di una stanza, là dove il “narrare l’amore fra due uomini si configura possibile solo come una parentesi senza luce”. È l’Inghilterra di fine ‘800, in preda a manie di intransigenza e spinto bigottismo, in cui l’accoppiamento omosessuale fa più scandalo dello sfruttamento minorile sul lavoro (interlocuzioni ancor oggi di moda…).
Ma anche forse ben prima, scivolando a ritroso sulla linea del tempo, va dato atto a Boccaccio di aver acceso la fiaccola e a esplicitare il concetto, nei meandri bui dell’oscurantismo medievale, issando il buon Pietro da Vinciolo a vessillo di un’audace novella (Decameron poi messo al bando più avanti, in epoca rinascimentale, alla stregua stessa dei fabliaux).
L’omoerotismo a cui fa riferimento l’autore è pressoché celato, da leggere tra le righe (al buio, appunto, o al massimo in penombra), “escamotage” dell’Inferno di Dante così come di certo genere gotico ed horror, “per rendere più accettabile l’amore tra due uomini o due donne. In buona sostanza, essendo i protagonisti non del tutto umani (…) rendevano l’amore gay fuori dalle abitudini e regole dell’uomo, in poche parole disumano, e dunque esoticamente accettabile. Del genere: va bene, sì, purchè non in questo mondo”.
Nell’oscurità viaggiano anche gli intimi pensieri di Michel, protagonista de L’immoralista di André Gide, all’”ombra fitta dei grandi alberi” o “di notte, nel suo letto”, figurando la ricerca del piacere nella “recherche ténébreuse” (“ricerca tenebrosa”), così definita da Gide stesso.
Se nel buio si inciampa in appetiti reconditi, alla luce del sole vi è il trucco di Proust, a inorpellare scomodi orientamenti sentimentali (“e farsi passare per quello che non è”). Ancor più in evidenza, poi, quando Angelo Molica Franco pone in risalto (antecedendo i fatti narrati in Altre voci, altre stanze di Truman Capote) il rivoluzionario glossario di locuzioni, per l’epoca, con cui Alfred Kinsey infarcisce “Il comportamento sessuale dell’uomo”.
E a pensarci bene, restando in tema di etica e morale, in tempi molto più recenti, anche Alexander Lowen, psicoterapeuta e creatore della bioenergetica, ha scosso un po’ di coscienze, sbattendo in faccia a una società malata, ipocrita e volgare, le congetture oscure dell’omosessualità latente, repressa con vigore dagli individui ostili a quel tipo di “tendenza”. Lowen, infatti, in Amore e orgasmo, analizza quel tipo di reazione come consciamente azionato per mettere “al riparo dal pericolo di venir ‘infettato’(…)” (“L’atteggiamento sociale verso l’omosessualità riflette la stessa ansietà”).
Dal contesto, insomma, non si sfugge: anche Leopardi, a un certo punto, consola con pensiero di saviezza il suo amato Antonio (“Il mondo ride sempre di quelle cose che, se non ridesse, sarebbe costretto ad ammirare; e biasima sempre, come la volpe, quelle che invidia”), braccato da chiacchiere di lingue affilate.
Angelo Molica Franco pesca così magistralmente l’ennesimo aneddoto, gemma in sequenza ad altre, minuziosamente disseminate tra gli intarsi di una narrazione avvolgente e sopraffina. Val la pena scavare a fondo, in queste pagine, e scoprire da sé l’ammirabile perizia che a ogni capitolo sonda fisionomie e inquietudini di una materia profonda, urgente e complessa.