
Andrea Giglio Il mercato degli schiavi
Rupe Mutevole, 2015 Poesie
28/10/2015 di Eliana Barlocco
Si tratta essenzialmente di poesie dedicate a coloro che artisticamente, umanamente e quotidianamente hanno segnato la crescita dell’autore come uomo. Donne e uomini che con le loro parole, con la musica, coi versi, con l’amore hanno sfiorato e alcuni intersecato l’esistenza di Andrea.
Il verso libero, leggero nella forma - pesante nei contenuti, è sorretto da una musicalità che rimanda agli stessi protagonisti. Le parole, strettamente ed inevitabilmente personali, si vestono di abiti altrui restituendoci La Musica di quell’anima specifica e dell’anima del poeta.
“La poesia è rimasta nel fango degli scarponi - che ha strofinato sul tappeto prima di entrare, - Non ha sporcato casa. Ma non ha nemmeno lasciato tracce!” in questi versi io ravvedo la missione del poeta. Ossia quella di sporcare con i propri versi, le proprie parole, emozioni, sensazioni ed anche brutture, la propria vita in primis, per poi riversare senza limiti, preconcetti e muri divisori l’ondata di emozioni in piena sul lettore. “E’ anche questo il destino d’un artista - Concepirsi l’anima ed offrirla al mondo. - …E ognuno se ne appropria frugando tra i versi - lasciando i resti agonizzanti nelle altrui memorie”.
Diceva Evgenij Evtušenko nella sua Autobiografia precoce: “La vera autobiografia di un poeta sono le sue poesie. Il resto non è che commento, note in margine a un’autobiografia. Si è poeta solo se ci si svela interamente al proprio lettore, se non si nasconde nulla dei propri sentimenti, delle proprie passioni, dei propri pensieri”. E mi pare proprio che Andrea ci sia riuscito.