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Alicia Giménez-bartlett Mio caro serial killer
Sellerio, 2018 Narrativa Straniera | Noir
01/04/2018 di Corrado Ori Tanzi
Bene, nuntio vobis gaudium magnum che Petra è tornata. Più in gamba, più incazzata, più intollerante al benpensiero, più irritabile che mai al conformismo. Insomma, più Petra che mai. Mio caro serial killer registra un ritorno in grande stile che ricorda i meravigliosi giorni di Messaggeri dell’oscurità, Serpenti nel Paradiso o Riti di morte.
L’ispettrice e il suo fido vice Fermín Garzón sono alle prese con un orrendo omicidio di una donna, ammazzata a coltellate, sfigurata in volto e con una lettera d’amor perduto lasciata sul cadavere. In verità il loro indagare non è comunque solitario. A loro è affiancato Roberto Fraile, ispettore dei Mossos d’Esquadra, la polizia autonoma della Catalogna. Un collega in tutto e per tutto lontano dal loro modo di essere e di fare. Almeno sulle prime battute. La convivenza è molto difficile. Intanto perché all’uomo è affidato il comando, poi perché, alla tenera età di cinquant’anni, l’ispettrice Delicado si guarda allo specchio e lo specchio le rimanda l’immagine di una vecchia ciabatta e poi perché quell’omicidio non rimane unico. Altre donne cadono a terra. Stessa tecnica, stesso rito. Un serial killer in Spagna? Parecchio strano, eppure i cadaveri si sono incominciati a contare. Parlare di femminicidio è addirittura naturale.
Stop. Continuare sarebbe onanismo di chi scrive e non critica letteraria. E potrebbe togliere o minare il gusto di una lettura che vi rende contenti di essere sequestrati. Perché, diciamocelo senza paura, con Alicia Giménez-Bartlett siamo di fronte a una delle gialliste (noiriste, autrici di thriller, definite voi) più grandi di tutti i tempi. Che, anche fuori dal genere specifico, ha dato prova di un profilo letterario di grosso spessore con una serie di titoli da leggere d’un fiato e poi parlarne per tutta la notte in compagnia di confezioni familiari di birra, ma che con Petra Delicado ovviamente esprime un talento a cui non vorremmo mai fare a meno.
Lei come Simenon (ah, se solo la scrittrice di Almansa pubblicasse un po’ di più!) ha il tocco dell’essenzialità che permea la pagina, il gusto della parola croccante che soddisfa anche il palato e la gola, l’architettura minimalista del circostante urbano che ritorna a noi quale immagine nitida di luoghi e persone, lo sguardo che non sposa lo spirito della modernità con cui veste la sua protagonista. Che oggi fa i conti con un fisico che, non solo non le dà le risposte di qualche anno prima, ma che non appare come lo vedeva nei giorni in cui pensava di entrare da sola nella fossa dei leoni. Ma i nervi tengono ancora. E la testa, oh quella è una spugna più recettiva di quella di una ventenne.
Più che lettori e lettrici Giménez-Bartlett conta su degli ultras, come Stephen King o J.K. Rowling. Forse con qualche milione in meno sul conto corrente. Ma la stanza degli eletti è la stessa.
Alicia Giménez-Bartlett, Mio caro serial killer, Sellerio, 471 pagg., 15.00 euro
Corrado Ori Tanzi
https://8thofmay.wordpress.com