Alessio Marino, Massimiliano Bruno

Alessio Marino, Massimiliano Bruno TERZO GRADO INDAGINE SUL POP PROGRESSIVO ITALIANO


Tsunami editore Musica | Saggi | Prog italiano

17/07/2015 di Giuseppe Catani
E a un certo punto tutti, o quasi, si convertirono al prog. Nel Belpaese ci si arrivò per gradi, partendo dal rock and roll, dal beat, dalla British Invasion e da Radio Luxembourg, ascoltando allo sfinimento i Procol Harum, i Nice, i King Crimson. Le cantine, e persino le parrocchie, cominciarono a partorire gruppi – o meglio, complessi – pronti a esplorare nuove coordinate, a sfidare il passato con un suono nuovo, mai ascoltato prima. Il fenomeno prog esplose in Italia all’inizio dei ’70: anni felici, caotici, attraversati da Festival memorabili e da album storici. Durò poco, meno di un lustro, il tempo di lasciare spazio alla nuova ondata di cantautori, meglio se politicizzati, e al punk che spazzò via tutto.

“Terzo grado” descrive il modo in cui il pop progressivo mise a ferro e fuoco la scena alternativa italiana sviluppando il proprio canovaccio in tre parti: una iniziale, sorta di approfondimento storico dell’italico prog, e un’appendice corredata da una dettagliata discografia di rarità, nastri amatoriali e provini mai pubblicati. Nel mezzo il segmento più corposo del tomo, formato da una serie di interviste a gruppi per la maggior parte oscuri, dimenticati dal tempo. Ed è per questa ragione che la strada percorsa da Alessio Marino e Massimiliano Bruno, gli autori dell’opera, può essere definita originale. “Terzo grado” racconta l’era del progressive italiano anche, diciamo soprattutto, partendo dal punto di vista di chi il successo non l’ha mai nemmeno sfiorato, di chi, al massimo, è riuscito a incidere un singolo per un’etichetta fallita poche ore dopo.

Resta da chiedersi se ci si può davvero appassionare a band cancellate dalla memoria, a canzoni delle quali restano flebili tracce. Risposta affermativa. Perché “Terzo grado” rappresenta uno spaccato autentico, per certi versi ruspante, di una fase storica del rock tricolore, perché scava tra le storie, intercettando non pochi aneddoti di un certo interesse (esempio: Giovanni Smeraldi lasciò Le Orme dopo una scazzottata con Toni Pagliuca!). Un libro da leggere, ma anche da ascoltare: all’edizione limitata è allegato un 45 giri di Lydia et Hellua Xenium. Magnifico. E ovviamente introvabile.