Adalbert Stifter

Adalbert Stifter Il vecchio scapolo


Carbonio Editore, collana Origine, 2024, Traduzione e introduzione Margherita Carbonaro, Pagine 144, 14,50euro Narrativa Straniera | Narrativa

28/08/2024 di Eliana Barlocco

Gioventù e vecchiaia a confronto in questo lungo racconto di Adalbert Stifter dal titolo Il Vecchio Scapolo, uscito per l’editore Carbonio nella bella traduzione di Margherita Carbonaro.

Il rimpianto di esperienze non vissute e l’ardore, misto alla paura della vita che apre le proprie braccia alla gioventù, si fondono in uno scritto in cui si mischiano i piani del tempo e il palcoscenico dell’esistenza viene esaltato dalle sequenze della natura. Le montagne, che fanno da sfondo al viaggio del giovane Victor, come quinte di scena si aprono, mostrandogli la via verso il futuro; il paesaggio cambia insieme al mutare dei sentimenti del protagonista, sottolineandone così gli umori.

Un anziano vive in solitudine, confinato in una dimora oscura, su un’isola al centro di un lago, una sorta di fortezza inespugnabile. Una casa silenziosa, in cui “quando l’uomo entrava era lui stesso a chiudere la porta, e quando usciva era lui stesso ad aprirla.” Mentre un giovane che ha già in mente il suo destino ancora non sa “che cosa arcana, misteriosa, attraente è il futuro: e quanto appare chiaro e logoro quando diventa poi passato!” Due anime che si incontrano per conoscersi, che si scontrano, seppur nel silenzio del quasi obbligato confino di Victor presso lo zio solo, vecchio e scapolo, figura in netto contrasto col nipote, ma che di fatto ne rappresenta in qualche modo l’alter ego.

Figure vivaci gravitano attorno a Victor, mentre rare sono le presenze nella vita dello zio, simili a fantasmi che appaiono e scompaiono improvvisamente, in una casa che sembra quasi nascondersi a se stessa, dove l’unica finestra aperta è quella della camera del vitale Victor.

In questo dualismo, che pervade tutto il romanzo, si ritrova il senso della vita; in gioventù, è una strada ancora da percorrere, con vie da esplorare, mentre in vecchiaia sono la certezza e la consapevolezza dei sentieri a lungo battuti, che creano una sorta di fondo compatto, su cui le avversità oramai non imperversano più, ma vengono semplicemente assorbite: “La sabbia è già asciutta; vedi, come ti ho detto recentemente, questo terreno è ghiaia leggera sopra un fondo di roccia, e assorbe gli acquazzoni come un setaccio”.


Adalbert Stifter (Oberplan, Boemia, 1805-Linz, 1868) è considerato uno dei massimi scrittori austriaci, ammirato da autori come Mann, Nietzsche, Rilke e von Hofmannsthal. Fu anche pedagogo e pittore. Affetto da una grave malattia epatica, morì suicida. Tra le sue opere ricordiamo i romanzi L’estate di San Martino (1857) e Witiko (1865-67) e le novelle riunite nelle raccolte Studi (1844-50), di cui fa parte Il vecchio scapolo, e Pietre colorate (1853), che contiene anche il celebre racconto Cristallo di rocca.