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Aa.vv Rock. i 500 dischi fondamentali


Giunti, 2002, € 16,00

di Andrea Balestri
Per qualsiasi operazione di classificazione occorre appoggiarsi a delle assunzioni di base, a degli schemi in cui collocare gli oggetti della nostra ricerca, ovviamente ciò è limitativo ma è l’unico modo per poter dare un po’ d’ordine tassonomico. Nell’opera qui analizzata vengono messi in rassegna i fondamentali dischi rock di musica internazionale, dagli albori (si toccano gli anni ’20) arrivando agli anni ’90. Il criterio prescelto è stato quello di strutturare il tutto in cinque periodi: gli albori, gli anni ’60, i ’70, gli ‘80, ed i ’90, in più c’è una sezione dedicata ai live appartenenti a qualsiasi epoca. Per ognuna delle parti considerate, dopo una breve serie di considerazioni generali, viene stilata l’immancabile classifica, anch’essa frazionata al suo interno in tre sottoinsiemi divisi per ordine di importanza e attrattiva. Il volume poi propone in ordine alfabetico tutti e 500 i dischi in precedenza freddamente classificati, e per ognuno di questi è presente l’immagine di copertina ed un commento critico. Occorre segnalare che spesso il commento non si esaurisce nell’analisi del disco in questione ma esamina l’intera opera dell’artista di turno.

Nel redigere questa sorta di classifica i critici musicali hanno giustamente dato un peso rilevante alla significatività delle opere musicali, quindi all’impatto, in termini di rottura col passato ed innovazione, che i dischi in questione hanno rappresentato nell’epoca in cui hanno visto la luce.

In questo contesto l’aggettivo “rock” è stato inteso come attitudine di un certo tipo di musica e non tanto come rigida categoria musicale, così può capitare che ci capitino fra le mani anche dischi non strettamente rockettari ma Hip-Hop, Reggae, Funk, ecc., comunque categorie considerate “satelliti” del rock in senso stretto.

Occorre poi ricordare che anche la musica è una forma d’arte, e come tale è impossibile rinchiuderla in criteri di pura e razionale oggettività. Ognuno di noi pertanto avrà qualcosa da ridire sulle scelte (o non scelte) operate dai curatori di questo volume, ma ciò è per l’appunto inevitabile. Un piccolo rilievo che si può però muovere riguarda quel sottile snobismo che si palesa nella scelta di proporre per alcuni artisti dischi più complessi e spinosi a discapito di altri che avevano il “difetto” di aver venduto troppo copie. Inoltre agli esperti può essere capitato di non riuscire sempre ad operare le proprie scelte col dovuto distacco, lasciando che i propri gusti personali prendessero il sopravvento sull’imparzialità, ma anche in questo caso occorre essere coscienti che una totale indifferenza alle proprie simpatie è pressoché irrealizzabile.

L’opera nella sua totalità è comunque godibile ed utile tanto al neofita, quanto al più esperto consumatore di musica, e contiene quella vena feticistica che non mancherà di attrarre molti appassionati di musica rock intesa a 360 gradi. Inoltre, come altri lavori di stampo enciclopedico, ha il merito di non esaurire la propria utilità dopo un primo consumo, ma rimane uno strumento sempre valido ogniqualvolta lo si voglia utilizzare.

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