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Aa.Vv. I Libelli
Armando Editore, 2024. Oliverio Ferraris, 90 pagine, 12 euro; Meirieu, 60 pagine, 10 euro Saggi | Attualità | Società
20/06/2024 di Roberto Codini
Anna Oliverio Ferraris, La comunicazione manipolata
In un mondo dove la comunicazione è pervasiva, non soltanto dobbiamo imparare a comunicare in modo efficace, ma anche saper evitare trabocchetti e inganni. Materia multiforme, la comunicazione si presta a molti usi, alcuni onesti, altri ingannevoli. Poiché i manipolatori di professione si avvalgono di strategie psicologiche raffinate per indirizzare le nostre scelte, sta a noi riconoscere e smontare i loro trucchi. Con l’aumentare delle persone non manipolabili si contrae anche il numero dei manipolatori, un passaggio indispensabile per ogni democrazia degna di tale nome.
L’autrice cita “L’arte di aver ragione” di Schopenhauer, e qui viene in mente il bel film francese “Le Brio”, tradotto male con “Quasi nemici”, interpretato da Daniel Auteuil, il cui motto è “l’importante è avere ragione e chi se ne importa della verità”. Secondo l’autrice, una cosa è la verità di una opinione, fatto o tesi, un’altra è la dialettica con cui questi vengono presentati. I filosofi greci in questo erano maestri, l’importante è apparire dalla parte della ragione. Nella comunicazione è importante il linguaggio non verbale e il medium è il messaggio: c’è l’invasione aliena annunciata alla radio da Orson Welles e ci sono le fake news. Ci sono poi le “realsificazioni”, la verità falsa e poi c’è la pubblicità. Con quelle che sono state definite “armi di distrazione di massa” si concentra l’attenzione sulla cronaca nera, sui disastri ambientali, anche se veri, per distoglierla dai veri problemi: scuola, sanità, lavoro.
C’è poi il product placement, per cui nei film si sponsorizza un prodotto in bella vista: Nanni Moretti, in “Ecce bombo” ne parlava già negli anni ’70, con Manfredi, che è il più sfacciato di tutti, diceva, che offre una Marlboro inquadrata in primo piano a favore di telecamera: “Vuoi una sigaretta?” Ma la mostrava anche Moretti nel film.
Il saggio è bello e attualissimo: occhio ai manipolatori, come ci spiega Byung-chul Han nel suo bel saggio “La crisi della narrazione”. La comunicazione è manipolata e spetta a noi non cascarci. Il saggio di Oliverio Ferraris può aiutarci in tal senso.
Anna Oliverio Ferraris si è formata a Torino, dove ha iniziato il suo percorso universitario ed è stata professore ordinario alla facoltà di Psicologia della Sapienza di Roma, dove ha insegnato Psicologia dello sviluppo e Psicologia sociale. Uno dei suoi temi di interesse è la comunicazione nelle sue diverse sfaccettature, in particolare nei media. Al suo attivo in quest’ambito: Insegnare la tv (Valore Scuola; 1994), Tv per un figlio (Laterza; 1995, 1998, 2004), Grammatica televisiva (R. Cortina; 1997), La macchina della celebrità (Giunti; 1999), Chi manipola la tua mente. Vecchi e nuovi persuasori (Giunti; 2010, 2016).
Philippe Meirieu, “Chi vuole ancora gli insegnanti?” - Traduzione e Prefazione di Enrico Bottero
Oggi non ci sono abbastanza insegnanti. Tra riforme sbagliate e promesse non mantenute, nel corso degli anni la professione docente è stata ridotta a compiti sempre più esecutivi, dunque, di fatto, screditata. Dopo decisioni politiche e discorsi pubblici che hanno contribuito a creare un problema che ora è diventato strutturale, è urgente ricordare a tutti il significato e il valore di questa professione. È in gioco la capacità dei nostri figli di scoprire ciò che libera e ciò che unisce, e quindi il futuro della nostra democrazia.
È difficile scrivere un libro in difesa degli insegnanti!, si legge nella prefazione. Lo dico da insegnante, quanto è vero. Ma l’autore ci riesce, spiegandoci perché oggi è necessario ridare valore alla professione di insegnante.
In un’epoca in cui i populismi di ogni tipo vanno alla costante ricerca di capri espiatori da mettere alla gogna, in cui le teorie del complotto diffondono visioni del mondo fuorvianti, “è più importante che mai affidare agli insegnanti il compito di educare senza bloccare, di trasmettere senza costruire muri, di coinvolgere tutti in un processo di ricerca: ne va del futuro della scuola e della possibilità dei nostri figli di costruirsi un avvenire”.
Anche per questo, gli insegnanti dovrebbero essere grati a Meirieu.
Philippe Meirieu è professore emerito di Scienze dell’Educazione presso l’Università Lumière Lyon 2. È autore di libri tradotti in tutto il mondo. Ha insegnato in Francia in quasi tutti gli ordini di scuola, ha guidato molte ricerche e ha partecipato all’elaborazione di importanti riforme scolastiche nel suo Paese. Ha anche operato assiduamente nella formazione iniziale e in servizio degli insegnanti. È stato vicepresidente della Regione Rhône-Alpes con delega per la formazione permanente e l’avviamento al lavoro. Oggi è vicepresidente dei CEMEA francesi, uno dei principali movimenti di educazione popolare. Presso l’editore Armando ha pubblicato Quale educazione per salvare la democrazia? (2023) e Una scuola per l’emancipazione (2019).
I primi due Libelli sono davvero notevoli e preziosi e anche per questo andrebbero utilizzati a scuola. Per quanto mi riguarda li farò leggere ai miei studenti. Il futuro è nelle loro mani.