AA.VV - Scrittrici belghe

AA.VV - Scrittrici belghe Il Belgio, sospeso tra Fiandre ed Europa


Narrativa Straniera | Narrativa | Società

05/01/2025 di Arianna Marsico

Il Belgio che, date le dimensioni (un'estensione pari circa a quella della Sicilia), potrebbe dare l'impressione di essere compatto, unito dall'incanto delle facciate, che siano liberty o baroccheggianti come nella capitale, o medievali come a Brugge.


 

E invece, soprattutto tra la regione di Bruxelles e la parte fiamminga, la divisione c'è. Nelle splendide Fiandre, di lingua olandese, le persone preferiscono rivolgersi ai visitatori in inglese piuttosto che in francese. Quel francese che, pur vivendo da anni a Bruxelles, stenta a parlare Eva, la protagonista di Si scioglie di Lize Spit (E/O, 2017).

 

La ragazza sta per tornare a Bovenmeer nelle Fiandre, da un passato doloroso, da cui si era allontanata. Le Fiandre del libro non hanno nulla a che vedere con quelle che si è abituati a immaginare. Se ad Anversa il commercio di diamanti ha portato ricchezza, e lo splendore ti accoglie sin dalla splendida stazione ferroviaria di inizio '900,

 

a Bovenmeer si rasenta la sussistenza e ci si muove in bici per il paese e in auto per le distanze maggiori, con l'impressione di essere lontani da tutto.


Se a Gent ci sono l'università, le vie eleganti tra tetti a mansarda e cattedrali gotiche


 


e il colore dei cioccolatini Cuberdons, nel paese di Eva le scuole sono lontane chilometri (da fare in bici anche in pieno inverno) e i colori sembrano non esistere. Se Brugge è (stra)piena di turisti e di bellissimi canali, a Bovenmeer gli abitanti sono insospettabilmente crudeli e l'acqua va verso i pozzi neri.



Le finestre che si aprono sui canali o sulle stradine, tipiche della regione e dell'intero Belgio, nel libro sembrano avere solo avvolgibili abbassati, la specialità del padre della protagonista è "trasformare tutte le stanze in scatole chiuse". Spit descrive la vita di Eva con dovizia di particolari e insieme delicatezza verso i più fragili, in una sorta di antiromanzo di formazione.


Bovenmeer sembra anni luce dalle Fiandre, ma anche da Bruxelles. E' lì che nasce e cresce fino ai nove anni Fabiola De Clercq, autrice di Mamy-Marrakech (Rizzoli, 2004).


 

Per lei il Belgio e la città diventano un ricordo più che un luogo vero. Si troverà giovanissima e indipendente a Roma, prima di trasferirsi a Milano, dove vive tuttora. Nella città eterna conosce l'amore e inizia a scoprire di avere le stesse mani magiche della nonna materna che viveva in Marocco (la Mamy-Marrakech del titolo), diventando una provetta restauratrice e arredatrice. La capacità di ridar vita a oggetti che sembravano inutili e l'analisi la aiuteranno a salvarsi dai disturbi alimentari (bulimia e anoressia) di cui ha iniziato a soffrire dopo la prematura morte del padre. Il Belgio per De Clercq è l'origine della sua voragine interiore, è una educazione che lascia meno spazio all'emotività. Soprattutto all'inizio sembra distaccarsene per guarire. Eppure Bruxelles traspare dalla sua figura eterea come ed elegante come le facciate della città.

 


Il liceo in una scuola internazionale la arricchirà intellettualmente e interiormente, ma al contempo ne accentuerà l'eteronomia rispetto all'esplosiva realtà romana. Fino a quando quest'ultima irrompe nella sua vita. Siamo tra anni '60 e '70, il fermento studentesco e artistico non ha pari. De Clercq si mescola con gli artigiani e gli artisti, umile e affettuosa, affamata di affetto e di voglia di imparare. Mamy-Marrakech è una storia di rinascita di una donna che è cittadina dell'Europa e del mondo. Ed è da questo che forse riemerge Bruxelles nell'autrice. E' una città meticcia, e poi, non è la sede delle principali istituzioni europee? Dovrebbe essere il cuore di un'Europa senza barriere e pregiudizi, proprio quelli che De Clercq dimostra di non avere, soprattutto con il suo impegno a eliminare lo stigma sui DCA e a supportare le persone che ne sono affette e le loro famiglie con l'Associazione ABA.


Bruxelles ospita il quadro di James Ensor L' entrata di Cristo a Bruxelles, da cui prende il titolo l'omonimo racconto di Amélie  Nothomb (Voland,2008).


 

La capitale belga rispecchia l'umorismo della scrittrice; in fondo tra i suoi simboli c'è il Manneken Pis ed è una delle tappe del bizzarro viaggio di nozze di Salvator e la giovanissima Zoe, legati a loro insaputa non solo dal matrimonio ma da un gesto compiuto dall'uomo tantissimi anni prima.

 

"Salvator capì subito che era una città maledetta e soggiornarvi sarebbe stata la prova del fuoco. "Un amore che resiste a una notte a Bruxelles è un amore credibile" pensò" La città non appare maledetta. Certo è sfaccettata, piena di sfumature nel bene e nel male, brulicante di vita nelle brasseries, nelle librerie e nei negozi di dischi, multietnica al Midi, silenziosamente liberty in alcune vie di Saint-Gilles, resistente e tenace come la Tour Inimitable.



Il Belgio e la sua letteratura contemporanea sono una sorprendente pralina, se mi passate la metafora con una delle specialità locali. Ma non fatevi ingannare dalla dolcezza e dagli stereotipi...


Le autrici


Lize Spit è nata nel 1988 e vive a Bruxelles. Ha conseguito una laurea in sceneggiatura ed è autrice di opere in prosa e in versi pubblicate in diverse riviste. Nel 2013 ha partecipato al prestigioso concorso letterario WriteNow!, vincendo sia il premio della giuria sia quello del pubblico. Il suo romanzo d'esordio Si scioglie, pubblicato da E/O nel 2017, ha ottenuto un grande successo ed è rapidamente diventato un bestseller in Olanda e all'estero. I diritti sono stati venduti in più di dieci paesi.


Fabiola De Clercq è nata a Bruxelles e vive a Milano. Nel 1990 dopo tanti anni di sofferenza decide di raccogliere la sua storia in un libro autobiografico. Con Tutto il pane del mondo infrange per la prima volta l'omertà sui disturbi alimentari in Italia. Il libro ha un grande successo, tantissime persone si riconoscono nella storia della scrittrice e possono finalmente dare un nome alla loro sofferenza. In molti si rivolgono a lei in cerca di un aiuto, e per venir loro incontro De Clercq decide di fondare l'ABA. Negli anni successivi pubblica Donne invisibili, Fame d'amore, Mamy Marrakesh. L'ABA oggi ha diversi centri di cura sul territorio nazionale oltre alla sede milanese di via Solferino 14.


Amélie Nothomb, nata a Kobe, Giappone, nel 1967 da genitori diplomatici, oggi vive tra Bruxelles e Parigi. Scrittrice di culto non solo in Francia, dove ha esordito nel 1992 con Igiene dell'assassino, il romanzo che l'ha subito imposta, pubblica un libro l'anno, scalando a ogni uscita le classifiche di vendita. Innumerevoli gli adattamenti cinematografici e teatrali ispirati ai suoi romanzi e i premi letterari vinti, tra cui il Grand Prix du roman de l'Academie Française e il Prix Internet du Livre per Stupore e tremori, il Prix de Flore per Nè di Eva nè di Adamo, e due volte il Prix du Jury Jean Giono per Le Catilinarie e Causa di forza maggiore.Sete, uscito in Francia nel 2019, ènarrivato secondo al Prix Goncourt dello stesso anno.nPrimo sangue, suo trentesimo romanzo, si è aggiudicato il Prix Renaudot 2021 e il Premio Strega Europeo 2022. Tutti i suoi libri sono pubblicati in Italia da Voland