Xavier Giannoli Marguerite
2015 » RECENSIONE | Drammatico | Grottesco
Con Catherine Frot, André Marcon, Michel Fau, Christa Théret
03/10/2015 di Paolo Ronchetti
Marguerite forse non era un film da concorso veneziano, ma è un film che con la giusta leggerezza parla, meglio di molti altri film, di temi importanti. Del valore del diverso e della diversità nell'arte e nella vita come valore aggiunto; parla del voyeurismo che tutti abbiamo nei confronti del diverso e dell’eccedente (o mancante); dell'onestà dei rapporti umani e della sua mancanza; parla d’amore (anzi: d’Amore); parla della follia e delle passioni (o di come una passione possa diventare follia); parla delle illusioni e delle insicurezze, e parla del sogno; parla di come poter essere riconosciuto dall'altro come oggetto degno di essere amato e delle strategie che la nostra mente può inventare per far sì che l’altro continui a accorgersi di noi... non poco direi.
Il parco di attori usati è poi straordinario per la capacità di dare corpo a una serie di deliziosi bozzetti che altrove sarebbero potuti diventare inutili figurine. Dalla figura del fedele maggiordomo (che tutto copre e protegge); al marito, sempre con una scusa pronta per non esserci mai nei momenti importanti della vita della moglie; agli amici, che le volteranno le spalle al primo accenno di scandalo dopo la partecipazione inconsapevole a uno spettacolo Dadaista; e in generale a una serie di personaggi tutti indecisi tra il rivelare a Margherite la dolorosa verità e il tacere per pietà o convenienza personale.
Non un capolavoro, ma un film che sorvola tutti questi argomenti con leggerezza e serietà senza mai essere superficiale e tantomeno banale. Un film che sfiora e ragiona di cose importanti come la pietà, la gioia, la follia. E si ride tanto: dapprima con imbarazzo e infine con dolore.
Consigliato.