Vincenzo Marra La Prima Luce
2015 » RECENSIONE | Drammatico
Con Riccardo Scamarcio, Daniela Ramirez, Gianni Pezzolla, Luis Gnecco, Alejandro Goic
03/10/2015 di Paolo Ronchetti
Marco, avvocato barese, e Martina, pubblicitaria sudamericana, vivono a Bari assieme al loro figlio. Il rapporto di coppia, mai regolarizzato, è agli sgoccioli e Martina, insoddisfatta del rapporto con Marco, vorrebbe ritornare al suo paese con il figlio di sette anni.
La fine di un rapporto tra persone di nazionalità diverse; la fuga rocambolesca di una delle due con il figlio per tornare al proprio paese dopo liti estenuanti; il calvario di chi rimane senza compagno/a e senza il figlio, con cui aveva un bel rapporto; la decisione di partire e trovarsi a 15.000 chilometri da casa per ritrovare figlio e affetti; scoprire che nel paese dove si arriva, frastornati, i rapporti di forza, per te avvocato con il pelo sullo stomaco, sono improvvisamente ribaltati e sei tu a doverti difendere, da straniero, davanti alla legge.
Marra parte documentato e costruisce una storia forse mai raccontata al cinema e credibile sulla carta. Sceglie anche attori in parte, soprattutto uno Scamarcio in grado di restituire bene le dinamiche padre/figlio, ma non riesce a convincere del tutto. Anche quando le azioni e i pensieri potrebbe sorprendere, tutto diventa scontato per una regia che sembra non riuscire a imporsi sulla storia e ne sembra solo inseguire, pur con grande cura e senza (fortunatamente) mai usare scappatoie sensazionalistiche, una cronaca tanto precisa e plausibile quanto indifferente a qualsiasi invenzione che sappia di Cinema. Il film così diventa poco più di una innocua lettura di giornale e, visto tra una ventina di film della 72° Mostra Cinematografica di Venezia, dove era stato presentato nella sezione Giornate Degli Autori/Venice Days, scompare dagli occhi e dalla mente senza quasi lasciare traccia.
La fine di un rapporto tra persone di nazionalità diverse; la fuga rocambolesca di una delle due con il figlio per tornare al proprio paese dopo liti estenuanti; il calvario di chi rimane senza compagno/a e senza il figlio, con cui aveva un bel rapporto; la decisione di partire e trovarsi a 15.000 chilometri da casa per ritrovare figlio e affetti; scoprire che nel paese dove si arriva, frastornati, i rapporti di forza, per te avvocato con il pelo sullo stomaco, sono improvvisamente ribaltati e sei tu a doverti difendere, da straniero, davanti alla legge.
Marra parte documentato e costruisce una storia forse mai raccontata al cinema e credibile sulla carta. Sceglie anche attori in parte, soprattutto uno Scamarcio in grado di restituire bene le dinamiche padre/figlio, ma non riesce a convincere del tutto. Anche quando le azioni e i pensieri potrebbe sorprendere, tutto diventa scontato per una regia che sembra non riuscire a imporsi sulla storia e ne sembra solo inseguire, pur con grande cura e senza (fortunatamente) mai usare scappatoie sensazionalistiche, una cronaca tanto precisa e plausibile quanto indifferente a qualsiasi invenzione che sappia di Cinema. Il film così diventa poco più di una innocua lettura di giornale e, visto tra una ventina di film della 72° Mostra Cinematografica di Venezia, dove era stato presentato nella sezione Giornate Degli Autori/Venice Days, scompare dagli occhi e dalla mente senza quasi lasciare traccia.