Tom Hooper

Drammatico

Tom Hooper The Danish Girl


2015 » RECENSIONE | Drammatico | Biografico
Con Eddie Redmayne, Amber Heard, Alicia Vikander, Matthias Schoenaerts, Adrian Schiller



24/03/2016 di Paolo Ronchetti
Due vite - quella di Einar Wegener/Lili Elbe e della moglie Gerda Wegener, ambedue pittori danesi di inizio ‘900 - e la trasformazione del loro amore, viaggiano in parallelo, anzi anticipate, da una consapevolezza sempre più chiara: Einar vuole essere (o meglio “essere”) Lili. Per fare questo viaggia fuggiasco in una Europa che si muove tra la tolleranza parigina, la repressione psichiatrico/puritana del Nord Europa e una folle Germania agli albori del Nazional Socialismo. Per trasformarsi in Lili anche l’amore della moglie Gerda dovrà diventare una cosa diversa e arrendersi al cambiamento voluto dalla persona che ama. Per trasformarsi in Lili, Einard si sottoporrà, da cavia umana, a una serie di sperimentali e dolorose operazioni per il cambio di sesso che la porteranno alla morte ma apriranno la via per il movimento per l’autodeterminazione del proprio genere sessuale.

Ho visto The Danish Girl in VOS nella selezione veneziana di Milano a Settembre ed alcuni commenti entusiastici intorno a me mi colpirono e turbarono. Un turbamento che non si è spento dopo l’uscita italiana del film a febbraio ed i pareri colti qua e là tra molti. La sto prendendo per le lunghe perché… perché non riesco ad essere “moderato” e devo dire che, Tom Hooper, dopo il celebrato Il Discorso Del Re, torna nella sua assoluta mediocrità registica con questo pessimo adattamento dei diari del pittore danese Einar Wegener che, negli anni 30 del secolo scorso, fu pioniere nella strada del cambio di sesso con operazioni chirurgiche. Purtroppo Tom Hooper fa di questa storia, importante e dolorosa, un film laccato e lezioso all'inverosimile. Un film in cui spreca la bravura degli attori con scelte registiche imbarazzanti e una richiesta di recitazione fatta di faccine sofferenti e occhioni pieni di lacrime in un continuo svolazzare di foulard e occhiate acquose (riprese immancabilmente dall'alto al basso come continue fotografie del modello Diana Spencer). Certo la scelta di questa esteriorità ha premiato e Alicia Vikander/Gerda Wegener ha vinto, con la sua interpretazione, il premio Oscar come migliore attrice non protagonista. E poi, certo, non tutto è da buttare. La fotografia è curata e la parte iniziale del film è interessante e riuscita nel tratteggiare i caratteri e i personaggi. Ma col passare del tempo molte scene diventano imbarazzanti talmente sembrano caricaturali (ad esempio quelle in cui compare il medico che opererà Einar/Lili Elbe) e l'amico d'infanzia purtroppo somiglia troppo a Putin (ma è molto più legnoso e meno credibile del Premier Russo per ispirare fiducia). Questo non fa sicuramente bene al film e ancor meno bene fa al film la scelta registica di leggere la storia di Einar/Lili come fosse quella di un santino o di un eroe senza macchia, dimenticando, nella maniera più totale, di dare alla drammaturgia e alla costruzione dei personaggi la credibilità e profondità che avrebbero meritato. Insomma The Danish Girl si rivela un film mediocre, a volte (involontariamente?) grottesco, su un tema delicato e importante come quello della scelta di genere e finisce per rimanere una storia d’amore piena di “belle frasi” buone solo per un San Valentino qualsiasi. “Purtroppo troverà estimatori” pensai uscendo sconsolato dal cinema. Il tempo mi ha dato ragione.



*1/2 su 5