Sydney Pollack

Thriller

Sydney Pollack THE INTERPRETER


2005 » RECENSIONE | Thriller
Con Nicole Kidman, Sean Penn, Catherine Keener, Jesper Christensen, Yvan Attal, Earl Cameron

di Calogero Messina
Un solido ed avvincente thriller alla Sidney Pollack! "Marchio" oramai prestigioso e riconosciuto per storie che abilmente coniugano intelligente intrattenimento con temi di stretta attualità conquistando sia pubblico che critica. Identico esito per "The interpreter" che vede nuovamente il regista di thriller come "I tre giorni del condor" e "Il socio" ritornare in gran forma dietro la macchina da presa - in realtà anche dinanzi per uno dei suoli soliti e sfiziosi cammei - per un film ispirato all'attualità del terrorismo internazionale ed ambientato fra i labirintici corridoi del potere delle Nazioni Unite (per la prima volta sono state autorizzate al suo interno alcune riprese del film). La storia ha inizio quando Silvia Broome (Nicole Kidman, convincente anche in un ruolo d'azione), una traduttrice dell'ONU, nata in Africa, rivela di aver involontariamente ascoltato un complotto contro un capo di stato africano. A proteggerla l'agente dell'FBI Tobin Keller (un Sean Penn di maniera) che però si fa sempre più sospettoso nei confronti della donna arrivando a convincersi che potrebbe lei stessa essere coinvolta nella cospirazione: chi è Silvia veramente? Una vittima? Una sospetta? O una persona totalmente diversa da ciò che sembra? Su questo plot Pollack costruisce un teso thriller "vecchio stampo" che affascina per pulizia di inquadrature, solidità d'interpreti ma soprattutto per una sceneggiatura dove mai una parola risulta superflua facendoci così riscoprire la bellezza di uno script compatto e plausibile. E se la risoluzione rischia di scivolare in un "happy end" che poco si adatta all'austerità di tutto l'impianto narrativo, apprezzabile e di rilievo è la riflessione sulla quale Pollack ci invita a soffermarci: il valore del dialogo e della parola soprattutto in tempi di guerra dove la mancanza di un sociale e civile confronto o parole non dette, male interpretate e fraintese spesso fanno da apripista a conflitti dolorosi.