S.penn

S.penn LA PROMESSA


2001 » RECENSIONE |
Con J.Nicholson - R.Wright Penn

di Elena Cristina Musso
Per la sua terza prova di regia, dopo “Lupo solitario” del ‘91 e “Tre giorni per la verità” del 95’, Sean Penn, noto al grande pubblico per la sua carriera di attore, ha scelto “The pledge”, un romanzo di Friedrich Durrenmatt del 1958 (di cui fu fatta una riduzione televisiva con Rossano Brazzi negli anni ’70).
Si tratta di un thriller con un’impostazione sicuramente originale rispetto alla struttura classica del genere.
Fin dalle prime immagini il film rivela un forte impatto emotivo. Un sole abbagliante ed un paesaggio polveroso ed in sovrimpressione, l’immagine nitida di un volo di uccelli. La luminosità gialla e arida sfuma nella luce fredda e bianca di un paesaggio innevato. Jerry Black, ispettore di polizia, sta festeggiando con i colleghi il suo ultimo giorno di servizio prima della pensione. I suoi gesti nel raccogliere gli oggetti personali nel suo ufficio fanno intuire che per lui quello é stato più di un lavoro. Una passione. E proprio a qualche ora dalla pensione Jerry si trova a indagare su un caso di stupro e omicidio ai danni di una bambina. E sarà dal momento in cui fa la promessa alla madre della piccola di trovare il colpevole, che la sua vita cambierà.
“Devi promettere per la salvezza della tua anima” le parole della donna si scolpiscono nella sua mente con la forza di un’ossessione. Jerry ha un hobby, quello della pesca. Un hobby dal quale ha imparato la pazienza. E nella sua volontà di risolvere il caso, la sua pazienza diventa strategia. Una strategia che lo porterà a modificare la sua stessa vita, che lo farà avvicinare a Lori ed alla figlia di lei, coetanea della vittima del delitto. Una strategia incapace, però, di prevedere i sentimenti che, pian piano, lo legheranno alla giovane donna e alla bambina. Ma la forza della sua ossessione spinge Jerry a mettere a rischio la piccola. Il finale é davvero a sorpresa.
Come si è detto la storia si discosta dai canoni del genere poliziesco. L’assassino assume un ruolo di secondo piano rispetto alla parossistica ossessione del detective di rivelarne l’identità. La determinazione nel volere fare giustizia sfocia essa stessa nell’ingiustizia. Ogni mezzo diventa lecito, persino mettere a rischio altre vite.
Inoltre, la storia sovverte gli stereotipati canoni della logica stringente come mezzo collaudato per la soluzione di ogni crimine. In questo caso il destino si presenta con tutta la forza della sua ineluttabilità a stravolgere non solo ogni razionale previsione, ma anche, e soprattutto, l’anima e la mente stesse del protagonista.
Nel ruolo di Jerry uno strepitoso Jack Nicholson che ha la capacità di rendere unica ogni sua interpretazione, nonostante sia chiamato, quasi sempre, a vestire i panni di personaggi che vivono un precario equilibrio sul confine fra ragione e follia. Il film si avvale di un cast di tutto rispetto: ad affiancare il protagonista, citiamo fra gli altri Robin Wright Penn (moglie del regista, nella parte di Lori), Vanessa Redgrave, Benicio Del Toro, Mickey Rourke e Sam Shepard.
Penn indaga con la macchina da presa, sul volto degli attori emozioni e stati d’animo e avvalendosi dell’aiuto di Chris Menges come direttore della fotografia, affida agli splendidi paesaggi il compito di descrivere situazioni e atmosfere. Una prova di come si può essere artisti a 360 gradi. Il film é fra i candidati al premio cinematografico “Efebo d’oro” che si svolge in questi giorni ad Agrigento.