Sean Penn

Avventura, Drammatico

Sean Penn INTO THE WILD


2007 » RECENSIONE | Avventura, Drammatico
Con Emile Hirsch, Vince Vaughn, Kristen Stewart, William Hurt, Marcia Gay Harden

di Claudio Mariani
A volte è facile farsi affascinare dai racconti delle vite delle persone, lasciarsi trasportare in una vita che non è la nostra, e ancora di più lo è se subentra il senso di identificazione, spesso e volentieri fittizia e irrealizzabile di cui il cinema, spesso e volentieri, diviene il “portatore attivo”. Con questa nuova pellicola di Sean Penn si corre il rischio di venire totalmente trasportati nella vita di Christopher McCandless che, all’inizio degli anni novanta, appena laureatosi, taglia i ponti con il passato, liberandosi dei suoi avere e dei suoi affetti, per affrontare una vita a contatto con la natura e lontana dal consumismo e dagli obblighi della società e della famiglia. L’operazione di identificazione può essere a tratti devastante per il cittadino metropolitano, consapevole dell’impossibilità, per lui, di affrontare la stessa parabola del protagonista del film. A dire la verità, senza entrare nei dettagli dello sviluppo del film, la storia raccontata ci dice anche che questo tentativo, purtroppo, è destinato nella realtà a rimanere un’utopia. Però il messaggio è anche quello che bisogna tentarci, provarci e, anche se i risultati non siano a lungo termine quelli cercati, che ne sia valsa comunque la pena. Con questo film il Penn regista incontra idealmente il Penn attore, nel senso che nelle precedenti esperienze dietro la macchina da presa, l’attore più impegnato di Hollywood non era riuscito a dare tutto se stesso, che è ciò che riesce ormai a fare da almeno tre lustri come attore. Attore tra i pochi capaci di “dare” qualcosa al pubblico, non solo grazie alla tecnica e alla bravura innate, ma grazie a una capacità di trasmettere emozioni e sentimenti. Da regista non c’era ancora riuscito, anche se lasciava intravedere questa capacità; con “Into the wild” Penn si cuce addosso il film, lo scrive e plasma a sua misura e lo fa interpretare da uno stupefacente Emile Hirsh che riesce, a soli 22 anni, a reggere completamente un film di 150 minuti di cui è l’incontrastato protagonista. La sua bravura è sbalorditiva, coadiuvato in piccoli ruoli da attori tutti baciati dalla stella dell’ispirazione: da un algido William Hurt che dà tutto se stesso nell’ultima inquadratura che lo ritrae piangente e disperato, a un Vince Vaughn in un ruolo insolitamente serio, da un’emozionante Keener, una stupenda Kristen Stewart e così via. Quando un film viene confezionato bene trascina tutti gli attori; confezione che riguarda anche la musica, composta da uno sbalorditivo quanto struggente Eddie Vedder, che con queste canzoni trasuda tradizione, folk e poesia. Ma “Into the wild” è semplicemente la storia di Alexander Supertramp, il supervagabondo, nome con cui McCandless muta la sua identità; vagabondare che lo porterà lungo l’immensa natura americana, fino in Messico e su, fino all’Alaska. Percorso tra campagne, fiumi, mari, montagne bellissime, riprese con grande maestria da Penn in una incredibile serie di avventure che affronta sempre con una maturità a molti di noi sconosciuta, in pieno spirito wilderness e accompagnato e ispirato da letture come Byron, Thoreau, Tolstoj, London. Si arriva ad amare il protagonista, a sentirlo vicino a noi, anche se lui afferma che dai rapporti umani ci si aspetta troppo, tanto che sembra un personaggio molto romanzato, finché la scena finale non ci regala un autoscatto del vero McCandless e allora lì diveniamo sicuri che il nostro Supertramp è esistito davvero, e dal suo sorriso, pacifico e rassicurante, sappiamo che era molto simile a come è stato rappresentato nel film. Film che è una serie continua di boccate d’ossigeno ma in definitiva è anche un pugno nello stomaco, e per capire cosa intendiamo l’unica è andarlo a vedere e non perderselo, per nessuna ragione.