Paolo Virzì

Commedia

Paolo Virzì Un altro Ferragosto


2024 » RECENSIONE | Commedia | Drammatico
Con Sabrina Ferilli, Silvio Orlando, Christian De Sica, Emanuela Fanelli, Andrea Carpenzano, Laura Morante, Vinicio Marchioni.



09/03/2024 di Roberto Codini
I quarantenni non sono più splendidi: il nuovo Virzì, dalla commedia all’horror

Ricordate Ferie d’agosto?Dimenticatelo. Un altro ferragosto non è un sequel, è una conclusione. Il nuovo film di Paolo Virzì non è una commedia, è una tragedia.

I personaggi sono gli stessi, i Molino (di sinistra, con Silvio Orlando malato terminale accompagnato a Ventotene per l’ultima vacanza dal figlio Alterio, ventisettenne e fidanzato con un uomo) e i Mazzalupi, di destra, populisti e volgari. Poi c’è Cesare (Vinicio Marchioni) che deve celebrare un matrimonio “coatto” con una influencer e per questo abbatte il finto pollaio costruito dai Molino. Sandro, ormai in fin di vita, parla del Manifesto di Ventotene con il nipotino, l’unico che conosce la storia. Marisa, Sabrina Ferilli, sposata con un ingegnere (Christian De Sica), e Cecilia, Laura Morante, sono due donne spaesate e in cerca di un vero affetto, anche qui ci sono due famiglie contrapposte, ma non c’è più una identità: "Rossi e neri sono tutti uguali?” Direbbe Michele Apicella.

E viene in mente proprio Nanni Moretti, quando, guardando ad agosto a Roma un film italiano in cui alcuni intellettuali di sinistra dicevano: “Siamo invecchiati, siamo inaciditi, siamo disponesti nel nostro lavoro, gridavamo cose orrende e violentissime nei nostri cortei…e ora guarda come siamo tutti imbruttiti…” Moretti rispondeva: “Voi gridate cose orrende e violentissime, voi siete imbruttiti…io gridavo cose giuste e ora sono uno splendido quarantenne…

Ebbene, non ci sono più splendidi quarantenni, ma nemmeno cinquantenni e nemmeno sessantenni, destra e sinistra ci sono ancora, ma da una parte c’è una destra becera e ignorante, che si fa i selfie e insulta i “radical-chic”, dall’altra una sinistra incapace di amare e di ragionare.

L’immagine (in bianco e nero, bellissima) di Silvio Orlando morente che evoca in sogno Petrini e Spinelli e si imbarca con loro è la più eloquente.

“Ci meritiamo l’estinzione, dovemo morì tutti male…e chi se le incula le balene…!” declamerà piangente la ex moglie del coatto Cesare (la sempre bravissima Emanuela Fanelli). Non ci sarà nessuna estinzione, nessun asteroride, nemmeno scampato, come nel film di Cavani, perchè i nostri eroi si sono già estinti, hanno perso tutto, fiducia, speranza, entusiasmo, e l’unica speranza, ancora una volta, sono i bambini.

Paolo Virzì, che ha scritto il film insieme al fratello e a Francesco Bruni, ci regala una commedia tragica, un horror senza violenza e senza speranza, con gli stessi attori (tranne quelli scomparsi, Ennio Fantastichini ci manca, c’è il figlio) e con attori nuovi, tutti bravissimi. Poi c'è Sabrina Ferilli, sempre più brava e che certamente riserverà altre sorprese.

Virzì è un regista coraggioso e non ha paura di affrontare la morte. Il Sol dell’Avvenire è una speranza e forse un'utopia e il Silvio Orlando di Moretti decide di non ammazzarsi e sfilare per le vie di Roma insieme ai suoi ideali; quello di Virzì invece ci abbandona, affidando i suoi desideri al sogno, in cui chiama Pertini “Presidente”.

Sono passati quasi trent’anni ed è tutto cambiato (come recitano i radical-chic derisi da Moretti in Caro diario), anche gli Optalidon non sono più gli stessi, non c’è più il tintinnio rassicurante del vecchio tubetto.
La pacchia è finita, ma è finita anche l’ideologia, sono finiti gli ideali nell’Italia contemporanea dei selfie e degli influencer. L’isola non è più un luogo di vacanza e di memoria, ma è un luogo tragico e triste, dove solo i riflessi bergmaniani della storia in bianco e nero riescono a far tornare il sorriso.

Un altro ferragosto è un film bello, inteso e coraggioso, che non fa sconti a nessuno, un ritratto spietato e realistico dell’Italia di oggi, e riesce nonostante tutto a farci fare qualche risata, anche se amara, e a tenere viva la memoria, anche quella di una colonna sonora degli anni ’80.