“Volevamo rendere omaggio allo spirito della serie ma in un contesto più moderno e dinamico. Non volevamo riprodurre passivamente lo stile anni Settanta del telefilm né intendevamo limitarci a fare un remake con un cast importante perché il risultato sarebbe stato piatto e poco ambizioso da un punto di vista creativo”: queste le parole della produttrice Lucy Fisher nel presentare la versione cinematografica della nota sitcom Vita da strega con la regia di Nora Ephron (Insonnia d’amore) e Nicole Kidman nel ruolo di Isabel/Samantha. Dichiarazione d’intenti che sul grande schermo producono però una commedia sentimentale senza capo né coda, incapace non solo di rendere lo spirito magico ed allegro di una serie televisiva entrata nel cuore dei telespettatori di mezzo mondo ma anche di coinvolgere e di divertire un pubblico “moderno” abituato a ben più frizzanti e mordaci storie romantiche. Indovinata la scelta della Kidman per il ruolo di questa strega ingenua e di buoni sentimenti decisa a ripudiare i suoi poteri soprannaturali per condurre finalmente una vita normale: scelta azzeccata quindi più per un’empatia fisica piuttosto che per un coinvolgimento della stessa che da vita ad un’interpretazione sopra le righe e monocorde. Deludente invece la scelta di Will Ferrell nel ruolo dell’attore Jack Wyatt – che cerca di rilanciare la sua carriera riproponendosi al pubblico nel ruolo del comune mortale Darrin – comico poco conosciuto da quest’altra parte dell’oceano così come “sprecato” risulta l’arruolamento di due attori di razza come Michael Caine (il padre) e Shirley MacLaine (Indora), poco incisivi e svogliati. Di certo sarebbe stato di grande aiuto un magico “scampanellio” di naso per risolvere i buchi di una sceneggiatura “a zonzo” e rimediare alla freddezza di una regia patinata che ci fa rimpiangere la spensieratezza ed allegria di una serie cult che continueremo a vedere con piacere e nostalgia sul piccolo schermo.