Matteo Rovere Veloce come il vento
2016 » RECENSIONE | Azione | Drammatico
Con Stefano Accorsi, Matilda De Angelis
15/04/2016 di Laura Bianchi
Per raccontare una storia di caduta e redenzione, affetti ed egoismi, lotta e dolore, il regista si è ispirato alla vicenda vera di Carlo Capone, ex campione di rally degli anni '80, che, tentando un riscatto dalla dipendenza, allenò per qualche tempo una giovane pilota, e al meccanico Antonio Dentini, scomparso due anni fa, a cui il film è dedicato.
Chi conosce la vita di Capone, sa che il campione vive tuttora in una struttura protetta per persone con patologie psichiatriche; ma chi ama il cinema, sa che questo riesce a trarre il meglio da qualunque storia, dando nuova energia a figure, che restano scolpite in modo indelebile nella memoria degli spettatori. E' il caso del Loris De Martino tratteggiato da Accorsi: magistralmente guidato da Rovere, sostenuto da un cast tutto validissimo e da una sostanziale e importantissima veridicità nelle scene (gare autentiche da repertorio, nessuna ricostruzione digitale, come stuntmen ex campioni di corse, e anche Accorsi si è fatto aiutare nella preparazione dal campione di rally Paolo Andreucci), Accorsi coinvolge fin dalla prima sequenza, trasmettendo un'empatia totale col personaggio.
Il bandito e la campionessa, fratello e sorella dal passato burrascoso e apparentemente inconciliabile, ricuciono il loro rapporto, animati da un obiettivo comune, che sembra solo economico, ma che si rivela, nello snodarsi della vicenda, profondamente umano. L'abilità di Rovere è non essere mai sceso al livello di un facile sentimentalismo da commedia, e nemmeno a quello di un film sportivo senza spessore, ma di aver saputo alternare le cadute alle risalite, gli scontri ai riavvicinamenti, l'ironia al dramma, le sequenze riflessive a quelle agonistiche o di azione, per avvincere, fare sorridere, pensare.
Il film si apre con la frase di Mario Andretti "Se tutto è sotto controllo, stai andando troppo piano": per le persone che sembrano avere perso il controllo delle proprie vite, invece, andare molto forte può significare l'unico modo per raggiungere il riscatto umano, vero traguardo esistenziale.
Film di genere, roba per divertirsi e basta? Non si direbbe, visto Veloce come il vento. Fate un favore a voi stessi e al bel cinema italiano. Andatelo a vedere.