Manetti Bros.

Commedia

Manetti Bros. U.S. Palmese


2025 » RECENSIONE | Commedia | Azione | Sport
Con Rocco Papaleo, Blaise Afonso, Giulia Maenza, Claudia Gerini, Massimiliano Bruno, Gianfelice Imparato, Lisa Do Couto Teixeira, Max Mazzotta



23/03/2025 di Roberto Codini
Nel film dei Manetti Bros., U.S. Palmese, troviamo Etienne Morville (interpretato da Blaise Alfonso) che viene dalla Banlieue parigine e gioca a Milano, è un calciatore fortissimo che diventa l’idolo dei tifosi per il suo talento e la sua mossa “Houdini”, con la quale beffa tutti i portieri. Etienne però ha un brutto carattere e viene messo in cattiva luce da un episodio avvenuto in campo, un pugno sferrato a un avversario, e un altro, avvenuto in un locale di Milano, dove Etienne offende una influencer che lo aveva provocato e lei posta un video sui social rovinandone la reputazione. Nel frattempo a Palmi, un piccolo comune della Calabria, Don Vincenzo, un ex agricoltore in pensione (interpretato da Rocco Papaleo) che ama il calcio vuole rilanciare la squadra locale di dilettanti, la U.S. Palmese, e tenta l’impossibile: fare una colletta tra i suoi compaesani per comprare Etienne Morville e raccoglie un sacco di soldi riuscendo a convincere anche i più diffidenti, tra i quali la poetessa Adele Ferraro (una strepitosa Claudia Gerini), che odia il calcio ma viene conquistata da don Vincenzo, che recita a memoria una sua poesia sostenendo che il calcio è poesia, e il riferimento non dichiarato è a Pier Paolo Pasolini, che scrisse “ci sono nel calcio dei momenti che sono esclusivamente poetici: si tratta dei momenti dei «goal»”. Etienne sbarca in Calabria e don Vincenzo crede che con Morville la Palmese può passare dalla categoria dilettanti alla serie D e magari alla C. Etienne diventerà amico di Concetta, la figlia di Vincenzo (la rivelazione Giulia Maenza, davvero brava), anche se non ci sarà una storia d’amore.

Morville giocherà per la Palmese, ma non riveliamo il seguito, denso di colpi di scena e con un finale emozionante. U.S. Palmese è infatti un film bello e commovente, non sul calcio ma sulla squadra, sulla periferia, sugli ultimi che saranno i primi, ma solo se tutti insieme.

Gli sceneggiatori Luna Gualano e Emiliano Rubbi, che già avevamo apprezzato ne La guerra del Tiburtino terzo, scrivono insieme ai fratelli Manetti una storia di amore e di amicizia, con attori non calabresi che parlano calabrese (Massimiliano Bruno, lo straordinario Max Mazzotta, l’allenatore della Palmese), con Gianfelice Imparato (il professor Macrì, che avevamo ammirato in Bianca di Nanni Moretti) e soprattutto con Rocco Papaleo, l’eroe di Palmi che vincerà la sua partita contro le grandi squadre delle grandi città.

Dal Tiburtino terzo alle Banlieue il risultato è lo stesso: dagli alieni ai campioni del calcio la partenza (e anche l’arrivo) è la periferia. Una partita di calcio non è una guerra e l’importante è partecipare, ma soprattutto vincere. Gli alieni sbarcati nella periferia romana saranno sconfitti dal figlio della titolare di un salone di bellezza e da una fashion-blogger che, a differenza di quella di Milano, si trova meglio in periferia che a Roma Nord. I pregiudizi (umani e calcistici) delle squadre delle grandi città saranno sconfitti da un campione diventato il Re di Palmi, The King of Palmese.

Film da vedere non solo da chi ama il calcio, ma soprattutto da chi non lo ama, perchè negli sport di squadra quello che conta è la squadra, e non importa se di dilettanti. La U.S. Palmese arriva nel cuore di tutti tifosi. Non solo calabresi. Etienne significa proprio “incoronato”. E Palmi sarà il suo Regno.