La democrazia è un traguardo raggiungibile a costo di enormi sacrifici umani, e “Il vento che accarezza l’erba” di Ken Loach, Palma d’Oro al 59mo Festival di Cannes, ce lo ricorda con struggente intensità di immagini. In un’Irlanda impreziosita da splendidi manti erbosi, dove il vento davvero sembra accarezzare l’erba, come ci suggerisce il titolo del film, nel 1920 si sta scatenando la Guerra d’Indipendenza Irlandese contro l’odiato dominio britannico. Lo spettatore da subito si trova nel bel mezzo di una rappresaglia inglese che lascia sul selciato un giovane, e ribelle, ragazzo irlandese, colpevole solo di aver pronunciato il suo nome nella propria lingua d’origine. Monta sempre più il risentimento del popolo soggiogato alla forza dominatrice di Sua Maestà. Ad impersonarlo, questo risentimento, sono due fratelli: Teddy – pronto ad immolarsi per la causa indipendentista – e Damien, brillante medico desideroso di trasferirsi in Inghilterra alla ricerca di maggiori fortune. Ma un altro, decisivo atto di gratuita prevaricazione britannica, perpetrato ai danni di un inerme capostazione, poco prima di partire alla volta di Londra, convince Damien a fare marcia indietro, a prendere così una decisione che influenzerà (nel bene e nel male) tutto il prosieguo della sua vita. Inizia dunque, per i due fratelli irlandesi, la difficile scelta di prendere le armi in mano, e di scatenare una decisa e violenta ribellione contro le forze di occupazione inglese. Le difficoltà non mancheranno, soprattutto quando il loro gruppo di ribelli verrà catturato, imprigionato, torturato, e alla fine, quasi per miracolo, riuscirà a ritrovare la strada della libertà. Ma ben presto i loro propositi troveranno un parziale riconoscimento, quando nel 1921 verrà poi siglato un Trattato anglo-irlandese, che di fatto considera la Repubblica Irlandese ancora come un dominio dell’Impero britannico. Iniziano così i distinguo tra i diversi gruppi indipendentisti, tra chi vorrebbe la piena autonomia (Damien) e chi si accontenta invece di un più graduale approdo verso la piena libertà (Teddy): è lo scoppio della guerra civile irlandese, che costringerà paradossalmente i due fratelli a combattere l’uno contro l’altro, anche a costo della propria vita. Un film intenso che ci narra le gesta eroiche di chi ha cuore l’indipendenza della propria patria. E Ken Loach (inglese di nascita) lo ha girato con l’intento di mostrarci cos’è gioventù, cos’è amore, cos’è libertà, cos’è guerra, e ancor più tragicamente cos’è guerra civile. Uno straziante quanto necessario inno alla democrazia.