
Jessie Nelson MI CHIAMO SAM
2001 » RECENSIONE | drammatico
Con S. Penn, M.Pfeiffer, D. Fanning, L. Dern
di Elena Cristina Musso
E’ questo un film durante il quale sarà inevitabile commuoversi, ma non ci si aspetti niente del genere che solitamente si definisce “lacrimevole”. La storia é narrata con stile e ritmo assolutamente moderni, quasi da videoclip, con un sapiente uso del fermo immagine per sottolineare le situazioni di pieno emotivo. Indovinatissime le riprese in soggettiva che assolvono perfettamente il compito di descrivere stati d’animo e sensazioni del protagonista. Originale l’idea di inserire le canzoni dei Beatles ancor più che come colonna sonora, come filo conduttore della vita stessa di Sam.
Sorprendente l’interpretazione di Sean Penn la cui capacità di calarsi nel ruolo di personaggi duri, spesso cinici ed interiormente complessi, ci aveva quasi abituato ad identificarlo con questi. Nell’ impersonare Sam, l’attore ci dà una prova di grande maestria: gesti ed espressioni non eccedono mai e rendono, con estrema misura, caratteristiche emotive e somatiche dell’handicap che affligge il personaggio. Non si può fare a meno di paragonare il ruolo interpretato da Penn con quello di Dustin Hoffman nel “Rain Man” del regista Barry Levinson: i protagonisti dei due film hanno caratteristiche comuni, ma le diverse peculiarità dei due attori e soprattutto i diversi stili di regia (più classico e misurato quello di Levinson, sebbene altrettanto efficace) rendono entrambe le interpretazioni eccezionali prove artistiche.
Impeccabile, come sempre, Michelle Pfeiffer, perfettamente all’altezza del protagonista maschile, nell’impersonare angosce e nevrosi di uno dei tanti prototipi di donna dei nostri tempi. Giusta anche la scelta della piccola attrice Dakota Fanning per la parte di Lucy.
La brillante prova degli attori e del regista ci fa perdonare anche il lieto fine, forse la parte meno realistica della storia.