Jean-luc Godard

Drammatico

Jean-luc Godard Adieu Au Langage - Addio al linguaggio


2014 » RECENSIONE | Drammatico
Con Héloise Godet, Jessica Erickson, Kamel Abdeli, Richard Chevallier, Alexandre Païta, Zoé Bruneau

05/01/2015 di Paolo Ronchetti
Resta da vedere se il non-pensiero contamini il pensiero... J. L. Godard

 Recupero su MyMovies questo Addio Al Linguaggio di J. L. Godard premio della giuria a Cannes 2014 ad ex equo con Mommy (e verrebbe da parlare di questi due film mettendoli uno di fronte all’altro). Era uscito, per pochi giorni, dal 20 Novembre 2014 e non ero riuscito a vederlo.

 E' difficile SEMPRE parlare dei film dell’ormai ottantenne J. L. Godard. È SEMPRE più difficile parlare dei film di J.L. Godard. Di questo Addio Al Linguaggio forse ancora di più. Mentre lo vedevo (così come ORA che è finito) avrei voluto/desiderato averlo davanti agli occhi per notti e giorni. E forse non mi sarebbe bastato, forse non mi basterebbe! Forse non mi basterebbero neanche le SUE lenti per vedere come lui vede la realtà.

 ...So solo che questi settanta minuti hanno avuto una densità spaventosa e che solo a (quasi) metà film mi è stato possibile sintonizzarmi con il (solito) linguaggio godardiano e la (solita) narrazione godardiana: iper spezzettato, carico di riferimenti alla storia, alla filosofia, al linguaggio, alla politica, all'amore, all'arte, alla vita... Non consolante in nulla e con un orgoglio antiborghese che mi ha annientato con oscuro piacere.

 Decine e decine di immagini e di frame che (ri)portano alla mente immagini di altri cinema presenti, passati e probabilmente anche futuri. Straordinario anche in questo…una nuova Histoire(s) du cinéma probabilmente non voluta (ma non ne sarei così sicuro). Ci sono poi, naturalmente, le immagini della storia del cinema. Di un’altra storia del cinema: quella che continuamente contrappunta e si sovrappone ai dialoghi e alle scene del film.

 E infine i corpi: la nudità della natura, degli animali e degli uomini. I corpi dell’arte e del pensiero scovati nei libri e nei cataloghi. Nei libri e nei pensieri sottolineati da libri aperti e chiusi. 

Chiudo citando ciò che sto ascoltando casualmente ora: i S.A.D.O. di Weather Underground. Questo è rivoluzionario: questo è caos. Il caos può significare tante cose diverse. Questo è caos. Ci dobbiamo sfidare ad essere più caotici, più rivoluzionari… PIÙ DISCIPLINATI”.

VOS