
Glenn Ficarra, John Requa, Hanelle M. Culpepper, Gandja Monteiro Paradise (mini-serie tv)
2025 » RECENSIONE | Thriller | Drammatico
Con Sterling K. Brown, Julianne Nicholson, James Marsden, Sarah Shahi, Nicole Brydon Bloom e altri





10/03/2025 di Ambrosia J. S. Imbornone
For you and me in paradise…”,
cantava Phil Collins nella sua canzone “sociale” più famosa.
E proprio il brano del 1989 riecheggia nella mini-serie tv americana Paradise, un conspiracy thriller politico e distopico prodotto da 20th Television, Indian Meadow Productions, Rhode Island Ave. Productions. e Zaftig Films, distribuito da Hulu e in Italia da Star/Disney+, sulla cui piattaforma sono ormai disponibili tutte le otto puntate.
La scelta della canzone non è affatto casuale: la serie tv ci porta in un microcosmo di privilegiati che inizialmente sembra perfetto e utopico, una comunità tranquilla e pacifica, che però viene sconvolta dalla morte del suo presidente, Cal Bradford (James Marsden). Si scoprirà poi che si tratta dei 25.000 superstiti di una catastrofe (di qui l’elemento distopico, ma rappresentato in modo molto realistico), ma non aggiungiamo altro per non spoilerare troppi particolari su una serie che merita di essere vista.
Ai cittadini si dice che quella del presidente è una morte naturale, ma si tratta di un omicidio, su cui cerca di indagare, tra ostacoli, segreti e misteri, Xavier Collins, il capo degli agenti speciali di sicurezza del Presidente, interpretato magistralmente da Sterling K. Brown. Ricorderete questo pluripremiato attore in American Crime Story e This Is Us e, con quest’ultima serie tv, Paradise condivide il creatore Dan Fogelman, la cui mano è evidentissima anche in questo nuovo lavoro. Infatti, anche qui sono presenti molti flashback: non sono continui come in This Is Us, per preservare anche l’importanza dell’azione, pure qui e lì rallentata, ma sono molto preziosi per evitare la superficialità tipica di tante produzioni televisive odierne e approfondire la psicologia e la caratterizzazione dei personaggi, compresi quelli più controversi, a volte anche con pochi tratti sapienti. Varie puntate si concentrano infatti ognuna in prevalenza su un personaggio chiave, maggiore o anche minore, dall’agente Billy Pace (Jon Beavers), amico di Xavier e considerato come uno zio dai suoi figli, Presley (Aliyah Mastin) e James (Percy Daggs IV), a Samantha Redmond, detta Sinatra (Julianne Nicholson), una potente miliardaria dell’hi-tec, che è l’eminenza grigia del progetto Paradise e nasconde molti scheletri nell’armadio.
Ad aiutarla nella selezione dei 25.000 è stata la psicologa Gabriela Torabi (Sarah Shahi), che in questa stagione oscilla tra la fedeltà a Sinatra e il desiderio di scoprire la verità. Forse il suo personaggio, come quello contraddittorio di Jane Driscoll (Nicole Brydon Bloom), un’altra agente del servizio di sicurezza che ha già giocato un ruolo importante in questa stagione, sarà ulteriormente approfondito nella seconda; nella prima stagione la dottoressa ha oscillato tra fedeltà a Sinatra e desiderio di scoprire la verità. Stando a quanto dichiarata da Sterling K. Brown, Fogelman avrebbe pensato la serie in tre stagioni e la seconda è già stata confermata.
Gli attori del cast sono tutti bravissimi, a partire da quelli che interpretano i protagonisti: appunto l’integerrimo Xavier, che pure vive dubbi e drammi, l’inquietante Sinatra, il presidente Cal Bradford, tra luci e ombre della sua vita personale e politica; le scene violente sono molto poche e il thriller cede spesso il passo a un mystery/crime più pensoso, con spazio appunto ad elementi psicologici e drammatici. Ma non per questo la serie appare meno avvincente, anzi: ci si affeziona ai personaggi, che affascinano e coinvolgono nelle loro sfaccettature, e i momenti di suspense o i colpi di scena non mancano, così come gli aspetti irrisolti delle vicende affrontate.
In Paradise si indagano dinamiche complesse nelle famiglie, come quella del presidente Bradford, con il padre Kane (Gerald McRaney) che ne ha sempre orientato le scelte e il figlio Jeremy (Charlie Evans), che, non comprendendole, era arrivato a disprezzarlo, ma soprattutto le dinamiche al vertice della società, nel Gotha dei plutocrati, con le decisioni discutibili che potrebbero prendere se si verificasse un’emergenza apocalittica. Avrebbero diritto a pensare a salvarsi la pelle? Avrebbero diritto a scegliere chi salvare con loro, come se fossero Dio? Insomma, la serie tv ci fa riflettere su un piccolo paradiso artificiale di privilegiati, ricco però di tensioni e misteri, e su chi è costretto a pagare un altissimo prezzo per loro.